Una denuncia con 400 firme mette in risalto casi stranissimi e paradossali relativi al concorso a cattedra. E gli insegnanti bocciati non ci stanno: addossare la colpa di tanti respinti ai commissari appare grottesco, mentre vengono alla luce griglie di valutazione inesistenti, computer che non funzionano, strafalcioni nell’assegnare le classi di concorso e altre amenità di questo tipo.
Una inchiesta del Corriere della sera svela taluni misfatti poco decorosi per l’organizzazione di un evento atteso da anni e annunciato in pompa magna per fermare il precariato e eleminare le famigerate graduatorie inesauribili.
Può mai essere che solo il 55% dei candidati al concorso abbia superato gli esami? Ed è mai possibile che i commissari siano così severi da falcidiare senza porsi il problema di avere decretato una condanna senza appello? Forse che no.
E infatti si inizia, scrive il Corriere, con la gaffe dell’ufficio scolastico regionale della Lombardia che ha associato un gruppo di docenti della classe di concorso A051: dopo la richiesta di accesso agli atti, è stato ammesso l’errore e sono stati ammessi tutti agli orali con il punteggio minimo. Ma i candidati colpiti- circa 90 persone tra Piemonte, Liguria e Lombardia- sono intenzionati a chiedere l’annullamento della prova: «Questo non è un torneo di bocce», hanno detto.
Sempre in Lombardia la commissione per la casse A28, di matematica e scienze, è cambiata per l’ennesima volta: motivo? Conflitto di nomina fra compenti. Un assurdo che non avrebbe dovuto succedere.
«È normale che la commissione A028 lombardia continui a cambiare e che nell’ultima versione ci siano tre commissari con lo stesso cognome evidentemente imparentati? In tutto questo non sappiamo ancora quando sosterremo la prova pratica»: ringhiano arrabbiati i candidati.
Anche in Toscana l’intera commissione della classe di concorso A31 ha rassegnato le proprie dimissioni e forse per gli stessi motivi. In Veneto invece la faccenda riguarderebbe la classe di concorso della scuola primaria. In Campania, siccome gli orali si vorrebbero tenere in pieno mese di agosto, col disappunto del Miur che chiamerebbe docenti universitari o esperti del settore, c’è il reale rischio di una serie di ricorsi.
Adida, un’associazione nata partendo dai professori bocciati e arrabbiati, segnalare alcune delle anomalie delle prove concorsuali, che avrebbero inficiato la loro validità: ed ecco pronta la denuncia, firmata da oltre 400 insegnanti, per chiedere l’annullamento del concorso.
Una di queste riguarda lo svolgimento della prova computerizzata, che prevedeva l’utilizzo di un supporto elettronico dotato di uno specifico software per l’esecuzione della prova, uguale su tutti i PC e per tutti i candidati. «Oltre ad essere state date errate istruzioni sul loro funzionamento, inducendo gran parte dei candidati a commettere errori compromettenti ai fini del risultato, anomalie importanti si sono verificate anche per ciò che attiene tali software».
La quasi totalità dei candidati lamenta inoltre l’assenza delle griglie di valutazione con cui si sarebbero dovuti stabilire i parametri di utilizzo per le valutazioni delle prove previste dal bando e svolte dai candidati interessati. L’assenza di griglie ha interessato l’intero territorio nazionale, generando legittimi dubbi sulla regolarità delle procedure.
A Torino, scrive Il Corriere, si svolgeva la prova di arte e storia dell’arte quando i candidati hanno segnalato l’assenza di supplenti della commissione giudicatrice. Ma, soprattutto, che una delle domande presenti nel test (la n.4), non risultava citata in alcun libro di testo e nemmeno nelle indicazioni nazionali, nè tantomeno nei programmi ministeriali. Nessun candidato ha risposto alla domanda in questione.
Nella prova di Concorso AD02 (area disciplinare umanistica-linguistica-musicale), si segnala che hanno partecipato alla selezione anche persone non abilitate, che era invece una condizione necessaria indicata nel bando ministeriale. I candidati privi del requisito dell’abilitazione non avrebbero potuto prendervi parte.
In altre classi di concorso, dei candidati hanno svolto le prove previste per la selezione, senza averne assolutamente titolo e senza neanche essere stati ammessi da un tribunale amministrativo previo ricorso.
Gli elenchi dei concorrenti partecipanti alle classi di concorso per i docenti candidati all’insegnamento presso le scuole primaria e dell’infanzia della provincia di Roma, presentavano delle importanti singolarità. Gli elenchi in cui si stabiliva l’assegnazione dei candidati alle aule dove si tenevano le prove, secondo quanto stabilito dal bando di concorso, seguivano l’ordine alfabetico.
L’assegnazione presso le aule per lo svolgimento delle prove, in alcuni casi, e quindi per alcune persone, non rispettava però il criterio dell’ordine imposto dal bando. L’ordine alfabetico per alcune pagine viene interrotto, e capitava di ritrovare candidati in classi uguali, senza un’apparente criterio logico che legittimasse tale assegnazione.
Per la classe A60 di tecnologia in Veneto «si sono verificati dei fatti poco chiari». Ai candidati era stato consigliato di portare del materiale specifico per lo svolgimento di tali (matite, squadrette, compasso, temperino e gomma). Molti concorrenti hanno portato materiale diversi da quelli indicati (es. colori e penne). In alcune sedi le commissioni hanno lasciato libertà di utilizzo, mentre in altre no.
Sembra inoltre, secondo quanto scrive il Corriere, che l’atteggiamento dei commissari era molto diverso in base alle situazioni. Non sono stati fatti depositare i telefoni cellulari, e come se non bastasse, alcuni candidati hanno scritto il proprio nome sul compito prima di essere consegnato, cosa assolutamente vietata
Nell’allegato A del Bando (Prove e programmi d’esame), a pag. 96 viene chiaramente indicato come deve svolgersi la prova pratica per la classe A050 – Scienze Naturali, Chimiche e Biologiche. Nel testo originale sono chiaramente indicati due prerequisiti: esecuzione e interdisciplinarietà riferita ai campi delle Scienze Naturali, Chimiche e Biologiche. Tranne che in Sardegna, le prove non sono state né eseguite né interdisciplinari. In Abruzzo addirittura non c’erano materiali per far fare la prova a tutti i candidati, che quindi hanno dovuto scrivere una relazione.
In un altro caso i candidati hanno svolto la prova pratica di laboratorio in gruppo collaborando reciprocamente.