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Concorso docenti, dagli ITP ai diplomi magistrali: le riserve del CSPI

Il bando del concorso docenti è in dirittura d’arrivo, anche se, dopo il parere del CSPI, molti nodi vengono al pettine.

Come riportato in precedenza, dopo la revisione del testo da parte del CSPI emergono diversi punti critici, come il problema del precariato, che conferma il parere delle commissioni istruzione di Camera e Senato.

Scorrendo il documento redatto dal Consiglio, fra i vari appunti, c’è quello dei docenti ITP: considerando che questa categoria di insegnanti non ha un percorso formativo abilitante, per il Consiglio il requisito dell’abilitazione, specie in questo caso, esclude una porzione di candidati che “in molti casi possono vantare competenze acquisite anche in relazione ai numerosi anni di servizio prestato”.

Altra questione posta dal CSPI riguarda quella dei diplomi magistrali abilitanti. Infatti, secondo il Consiglio, bisogna chiarire una volta per tutte quali diplomi del vecchio ordinamento siano equiparati al diploma magistrale, con particolare riferimento alle diverse sperimentazioni linguistiche.

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Il CSPI, ritiene inoltre di ridurre l’incidenza della verifica della lingua straniera nella valutazione complessiva. Infatti, ammettendo comunque l’importanza della conoscenza B2 da parte dei docenti della lingua straniera, il Consiglio chiede di passare da 2 a 1 i quesiti in lingua per la prova scritta, verificando la preparazione in lingua straniera sull’ambito disciplinare oggetto della prova di concorso, seguendo quindi gli standard internazionali.

L’Amministrazione recepirà queste modifiche proposte dal CSPI? Per saperlo dobbiamo aspettare la prossima settimana, quando, come ha annunciato il Ministro, dovrebbe essere pubblicato il bando di concorso docenti.

Fabrizio De Angelis

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