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Concorso DS in Sicilia: protestano i candidati fermati

Pubblichiamo questa lettera che ci è pervenuta da un gruppo di docenti che hanno partecipato al concorso per dirigenti scolastici in Sicilia.
La lettera contiene considerazioni e valutazioni sullo svolgimento del concorso e sull’operato della Commissione di cui i firmatari assumono in via esclusiva la responsabilità.

In Sicilia per 26 posti a disposizione sono state inoltrate 2476 domande di partecipazione ma solo 20 candidati sono risultati vincitori, lo 0,81%.

Cioè meno di un candidato ogni 100 partecipanti è risultato idoneo a ricoprire il ruolo di Dirigente Scolastico. Ma questo è ragionevolmente possibile? Tra i 2456 bocciati, ci sono già Dirigenti Scolastici già di ruolo al nord Italia, attuali vicari dei dirigenti scolastici da diversi anni, docenti che studiano per questo concorso da almeno 3 anni e tantissimi che non hanno mai smesso di studiare dallo scorso concorso del 2017.

Eppure tra 2476 candidati, la commissione di esame ha ritenuto degni di ricoprire il ruolo di DS solo 20 di loro. I promossi sono risultati in numero inferiore ai posti a disposizione. Le ragioni sottese alla scelta dei commissari riteniamo non possano dipendere nell’impreparazione dei candidati, quanto forse da una valutazione discrezionale che presta il fianco a molteplici censure, prima fra tutte quella di una scarsa obiettività nell’esaminare le prove. La comparazione tra molte prove scritte dei promossi e tutte quelle dei bocciati, lascia sgomenti, in quanto i candidati fermati allo scritto avrebbero meritato di superarlo anche con votazioni molto elevate! Ma se la valutazione non è sindacabile sotto il profilo giurisdizionale, diventa indispensabile dare voce al problema, che ha determinato un pregiudizio, un danno di portata abnorme in capo ai bocciati, professionisti più che validi e competenti! Si pone da tempo l’accento sulla necessità di inserire nei concorsi ed in quello per Dirigente scolastico unicamente prove di carattere oggettivo, che non mettano a rischio la preparazione dei candidati, che non la pongano all’esame di un gruppo di persone che filtrano il risultato in ragione del proprio punto di vista o della personale concezione maturata su un ambito disciplinare o un istituto giuridico.
A tutto questo si aggiungono le numerose anomalie ed irregolarità che sono emerse nella fase di correzione della prova scritta. Tutte censure sollevate dai concorrenti fermati allo scritto ed oggetto di ricorsi innanzi al tribunale amministrativo. Alcuni commissari, a loro avviso, risultano essere incompatibili e avrebbero quindi dovuto rinunciare all’incarico; la procedura concorsuale non ha rispettato l’anonimato per avere dato la possibilità ai candidati di memorizzare il loro codice anonimo e per avere memorizzato i dati anagrafici dei candidati insieme al codice segreto
anonimo in delle buste non internografate e quindi visibili in controluce.

In seguito alla richiesta di accesso agli atti dei candidati non ammessi all’orale, gli stessi hanno potuto constatare una valutazione delle prove del tutto casuale, con voti più alti nei primi giorni per poi scendere negli ultimi giorni di correzione, il che ha dato ancora maggiore sostegno alla tesi che bisognava ridurre il numero degli ammessi all’orale indipendentemente dal valore della prova scritta.
Un’altra censura sollevata riguarda le griglie di valutazione della prova scritta, diverse per ogni regione, così facendo hanno generato l’assurdo che un candidato valutato sufficiente in una regione risultasse invece insufficiente in un’altra regione e viceversa.
Per tutte queste ragioni è stata, quindi, preclusa la possibilità a molti candidati preparatissimi di accedere alla prova orale, fase importantissima per la valutazione dei futuri DS. La commissione d’esami costituita dal prof. Gioacchino Lavanco, dal Dirigente Tecnico Viviana Assenza, dal Dirigente Scolastico Santino Lo Presti, a detta dei candidati, si è dimostrata inadeguata nell’adempimento del ruolo delicatissimo che gli era stato affidato. La commissione ha effettuato una valutazione iniqua della prova scritta, ha seguito una procedura concorsuale apparentemente con numerose irregolarità. I candidati dopo tanti anni di studio e di sacrifici si sono visti calpestati nella loro dignità, si sono visti trattare come “carne da macello”. Sarà comunque la magistratura a decidere in merito ai fatti oggetto di censura.
Al ricorso dei candidati fermati allo scritto si aggiunge adesso quello dei bocciati all’orale, infatti anche in quel caso sono emerse procedure scorrette.
Alla conta dei risultati della prova scritta e di quella orale e anche alla conta dei vincitori al ruolo di Dirigente Scolastico, 20 rispetto ai 26 posti messi a bando, emergerebbe in Sicilia uno scenario di concorrenti addirittura poco preparati, a fronte di una preselettiva durissima che vede la regione Sicilia con uno dei tetti di sbarramento più alto: 39.
A fronte di dibattiti sulla necessità di nuovi Dirigenti Scolastici, di eccesso di reggenze e lotta alla dispersione scolastica e impegno su ogni fronte della scuola, i risultati di questo concorso appaiono una sconfitta laddove neppure i posti a bando vengono occupati dai candidati al concorso Dirigenti Scolastici 2023.
E che dire della mancanza di idonei? Qualsiasi concorso ne prevede, anche per far fronte ad esigenze disparate: pensionamenti, rinunce, situazioni che possano comportare slittamenti in graduatoria, nulla che la consolidata esperienza di concorsi non dimostri ampiamente. Nel concorso Dirigenti scolastici 2023 nessun idoneo, nessuna graduatoria di possibili sostituti, nessuna attenzione ad eventuali emergenze; addirittura in Sicilia 6 posti rimangono scoperti. Nel malcontento generale, i candidati ipotizzano una stretta dall’alto, improvvisa, per quale ragione?
Per favorire forse i rientri e la mobilità straordinaria, o causata dai dimensionamenti previsti?
Insomma, potrebbe trattarsi dei soliti tagli che colpiscono in primis la scuola segnando un percorso di mediocrità che forse non è da attribuire alle prove del concorso ma a scelte politiche. Se la strada giudiziaria dei ricorsi è già stata avviata, quella della sensibilizzazione della politica e dell’opinione pubblica è parallela: aperta da una lettera al ministro Valditara, prosegue attraverso i media e tutti i canali possibili.
In conclusione questo concorso è sembrato a tutti i concorrenti maledetto già dalla pubblicazione del bando, iniziato con la contra pposizione tra concorso ordinario e riservato, fino alla selezione durissima e priva di criteri oggettivi della prova, è sembrata più una lotteria che un concorso dove solo lo 0,81% dei partecipanti ha vinto il premio finale. Sarebbe corretto ed equo che la prova scritta del concorso venisse annullata e che fosse consentito ai candidati che vi hanno partecipato, di ripeterla con modalità Oggettiva, con domande a risposta chiusa, che non diano spazio ad un
operato demolitorio generato dalla soggettività di commissari, molti dei quali, ad esempio, nel concorso Ds 2017 sono stati poi raggiunti da avvisi di garanzia.

Fermati alla Prova Scritta Sicilia

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