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Concorso ds, la sentenza del Tar della Toscana riaccende le polemiche

Non è passata inosservata la sentenza del 19 aprile scorso, attraverso cui il Tar della Toscana ha di fatto annullato le procedure di assunzione dei 106 dirigenti scolastici della Regione, a causa dei “vizi” formali riscontrati nella composizione delle commissioni e nel corso della selezione. Il Tribunale amministrativo regionale ha infatti riscontrato delle evidenti irregolarità nella scelta dei commissari, ipotizzando anche un danno all’erario da parte dell’amministrazione organizzatrice delle selezioni visto che ha dato anche mandato di inviare “copia della sentenza alla Procura regionale della Toscana della Corte dei Conti”.
In attesa dell’esito del contro-ricorso, che non farà solo il Miur, gli addetti ai lavori hanno voluto esprimersi. Una parte si è detta preoccupata e contrariata. Come Stella Targetti, vicepresidente della Regione con delega all’Istruzione, che ha chiesto al Miur di prendere posizione sia per tutelare le aspettative dei presidi, per un “diritto di fatto che hanno maturato”, sia per garantire “certezza alle scuole toscane”, un cui numero considerevole, ben 170, sono già oggi affidate a reggenti.
Targetti lo ha detto chiaramente, nel corso di un incontro a Palazzo Sacrati Strozzi, a cui erano presenti anche due delegazioni di dirigenti scolastici, di cui una accompagnata da Alessandro Rapezzi, segreterio regionale Flc-Cgil. L’alto esponente della giunta regionale ha ricordato che quelli riscontrati dei giudici sono “vizi formali, e pur nel rispetto della sentenza, contro la quale l’Usr della Toscana comunque farà appello, la Regione Toscana chiederà al Miur di trovare una soluzione politica urgente che rispetti la sostanza del concorso: le competenze professionali dei dirigenti selezionati infatti non sono state messe in discussione e si sono arricchite con un anno di lavoro di prova che terminerà il 31 agosto 2013”.
Secondo il vicepresidente della Regione a  quella data, queste 106 persone dovranno avere certezze sul loro futuro, in particolare se proseguire il lavoro come dirigenti scolastici oppure se chiedere di tornare al ruolo precedente: di sicuro “comunque gravi – ha concluso Stella Targetti – i danni per la scuola toscana che di un colpo si troverebbe con 106 dirigenti in meno e 106 insegnanti in meno (quelli che hanno preso nel frattempo il loro posto); ecco perché occorre una decisione del Miur che tuteli le aspettative e il diritto di fatto maturato da questi lavoratori ed al tempo stesso metta in sicurezza le scuole toscane”.
Di diverso avviso sembrano i sindacati. La Gilda degli Insegnanti, ad esempio, condivide “pienamente le ragioni che hanno portato il Tar della Toscana ad annullare il concorso”. L’organizzazione coordinata da Rino Di Meglio si schiera al fianco della decisione assunta dal tribunale amministrativo con la definendo “inammissibili le leggerezze commesse nella gestione della procedura concorsuale”. Per il sindacato “l’amministrazione scolastica si è resa protagonista dell’ennesima brutta figura, gettando discredito sulla figura dei dipendenti pubblici le cui prestazioni, proprio in questo periodo, sono oggetto di un acceso dibattito riguardante la loro valutazione. E’ scandaloso – sottolinea la Gilda – come tante risorse economiche, intellettuali e professionali siano state dissipate da prassi che denotano una superficialità sfociata addirittura nell’illegittimità”.
Il sindacato degli insegnanti ha cercato di rappresentare, nella sua presa di posizione, il ruolo assunto dai docenti nel corso di questa tormentata selezione: “centinaia di concorrenti si sono preparati duramente, e purtroppo inutilmente, per le prove scritte e lo Stato dovrà sborsare non pochi soldi per pagare le spese processuali a cui è stato condannato (3.000 euro per ogni sentenza, e se ne preannunciano molte altre ancora). Senza considerare i costi che dovrà sostenere l’Avvocatura dello Stato, un organismo pagato dal cittadino con le proprie tasse ma che si erge a difensore di un’amministrazione indiscutibilmente colpevole di non aver proceduto secondo la legge. Per non dimenticare – conclude la Gilda – le 105 scuole che si ritrovano adesso senza un dirigente scolastico”.
Una posizione meno intransigente viene invece assunta dall’Anief: per il sindacato guidato da Marcello Pacifico “l’unica soluzione di buon senso è quella di assegnare comunque i posti agli idonei e dare la possibilità ai ricorrenti di essere finalmente valutati in modo corretto”. Premesso questo, l’Anief coglie l’occasione per ricordare che la sentenza toscana arriva dopo che “il Tar della Lombardia e del Lazio, dove le prove sono state annullate, e della Calabria, dove a causa del dimensionamento sono spariti i posti disponibili”, sono giunte a conclusioni simili. Con la lista delle presunte irregolarità che si allunga di mese in mese: “commissioni e verbali illegittimi, buste trasparenti, una valanga di quesiti errati o inesatti, probabili danni erariali”.
A spiegare i motivi della soluzione che accontenti tutti, vincitori di concorso e di tribunale, è direttamente Marcello Pacifico, presidente Anief: “gli ultimi accadimenti nei tribunali – spiega il sindacalista – indicano la necessità di trovare una soluzione politica. Che tuteli vincitori e ricorrenti (…). Solo in tal caso si ridurrebbero gli effetti negativi di questa pessima procedura concorsuale, nata male e finita peggio. Con decine di migliaia di candidati costretti a subire le conseguenze di una selezione dimostratasi davvero disorganizzata, per certi versi addirittura improvvisata. E su cui pende anche il giudizio della Corte di Conti”. Oltre che l’esito del ricorso dello stesso sindacato, a cui si sono rivolti oltre 2mila ricorrenti.
Alessandro Giuliani

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