A proposito del nostro articolo sulle decisione del Miur di distribuire fra le diverse commissioni i docenti partecipanti al concorso in modo del tutto casuale, abbiamo ricevuto una replica alle osservazioni del nostro vicedirettore Reginaldo Palermo.
La pubblichiamo integralmente come contributo al dibattito sull’argomento.
Caro Reginaldo Palermo,
ho letto il tuo articolo riguardante la formula di assegnazione dei candidati al concorso per dirigente scolastico alle commissioni. Nel tuo articolo lo critichi con una argomentazione che è sostanzialmente di ordine etico.
Le tue aspettative sono oneste e comprensibili e i candidati hanno le loro. C’è certamente quella di “fare l’esame sotto casa”, ma quando ci siamo iscritti sapevamo che questo sarebbe stato un concorso nazionale e, di conseguenza, non mi pare grave che si chieda ad un futuro dirigente di andare, per un giorno (più il viaggio, beninteso) distante da casa. E’ possibile che venga richiesto un tempo molto più lungo, in caso di vittoria.
Come sai ci sono, ed è inevitabile, commissioni più malleabili e più severe. E’ inevitabile perché siamo umani, e le griglie di valutazione cercheranno di arginare il fenomeno, ma non ci riusciranno. Il metodo scelto assegna i candidati ovunque, questo significa che ogni commissione avrà uno spaccato di questo paese e lo valuterà nella sua interezza. E’ un concorso nazionale, per una volta.
Una commissione “buona” favorirà candidati di tutta l’Italia, una commissione “severa” sfavorirà candidati di tutta l’Italia. Naturalmente ognuno di noi ha la probabilità di 1/38 (circa il 2,63%) di finire nella commissione “geograficamente favorevole”, ma se anche 1/38mo dei futuri presidi sarà promosso con questo criterio, vuol dire che, nella peggiore delle ipotesi, 230 candidati saranno di questa tipologia, resteranno in palio 2670 posti che andranno, diffusi sul territorio, per “merito”.
Vorrà dire che ci sarà al massimo un 8% di candidati fortunati, ma più del 90% emergeranno “per merito” da una competizione equa a priori.
Certamente avremo motivo di lagnarci a posteriori, giacché, come dicevo, è inevitabile che ci siano commissioni più o meno severe, ma colmare il vantaggio di chi nasce fortunato è sempre impossibile.
C’è un modo, tuttavia, che ci consentirà di capire se avevi ragione tu, o io. Lo calcoleremo a posteriori confrontando il tasso di promozione di quel trentottesimo di partecipanti fortunati con quello dei restanti trentasette trentottesimi. Scommetto una cena che il primo sarà maggiore del secondo. Ma non di molto.
Paolo Fasce, insegnante a Genova