Sono in arrivo nubi da tempesta sul concorso per dirigenti scolastici.
Il 18 ottobre è prevista la prova scritta per i quasi 9mila concorrenti che hanno superato la prova preselettiva.
Ma per il 9 ottobre è attesa anche la pronuncia del Tar Lazio su un ricorso che potrebbe rimettere in gioco un altro migliaio di candidati.
Il ricorso si basa sul fatto che per superare la prova era necessario entrare in una graduatoria formata da un numero di concorrenti pari al triplo dei posti messi a concorso. In pratica, quindi, hanno superato la prova i candidati che hanno raggiunto almeno 71 punti.
I ricorrenti, per parte loro, sostengono che avrebbero diritto di partecipare alla prova scritta tutti coloro che hanno raggiunto almeno la sufficienza e cioè 60 punti.
Per la verità il ricorso appare molto debole per svariate ragioni, in primo luogo perchè la regola sta scritta sia nel regolamento sia nel bando ed è finalizzata da un lato ad accelerare lo svolgimento del concorso e dall’altra a garantire la miglior selezione possibile.
Bisogna poi aggiungere che, per la verità, la preselettiva non fa neppure parte della procedura concorsuale vera e propria che, invece, si apre proprio con la prova scritta.
Peraltro in molti concorsi pubblici le prove si considerano superate solo quando si ottiene un punteggio “qualificato” che va oltre la “sufficienza” aritmetica. Per lo stesso concorso per dirigenti scolastici sarà necessario ottenere almeno 70 punti su 100 sia allo scritto sia all’orale per accedere alla fase successiva del corso.
Ma la nube più pericolosa in arrivo riguarda i tempi: sono in molti, ormai, a temere che la procedura non potrà esaurirsi entro l’estate prossima in modo da consentire ai neo-dirigenti di assumere servizio il 1° settembre 2019.
Tanto che al Ministero stanno già pensando di cambiare le regole del concorso in atto: si parla, ad esempio, di concludere il concorso con la prova orale e di rinviare il corso ad una fase successiva; in pratica dopo l’orale i candidati collocati in graduatoria in posizione utile verrebbero assunti con l’obbligo di frequentare il corso successivamente.
Ma c’è anche un’altra ipotesi: eliminare del tutto il corso con il duplice obiettivo di accelerare la procedura e di risparmiare un bel gruzzolo da utilizzare magari per un po’ di assunzioni di docenti e Ata.
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