Lo scorso dicembre è stato emanato il Regolamento che definisce le modalità di svolgimento del concorso per dirigenti scolastici, che prevede la possibilità di una prova preselettiva qualora il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso. In cosa consiste?
La prova preselettiva consiste in cinquanta quesiti a risposta multipla; per ogni risposta corretta è attribuito un punteggio pari a 1 punto per ogni risposta esatta e 0 punti per ogni risposta non data o errata. I quesiti, sui nove punti indicati per la prova scritta, saranno disposti in ordine casuale e differente fra un candidato e l’altro.
Dopo aver trattato un primo punto, la Costituzione, del punto a), ossia la Normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di formazione e agli ordinamenti degli studi in Italia con particolare attenzione ai processi di riforma in atto, ne tratteremo un secondo: l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il principio delle autonomie locali affonda le sue radici nel processo rinnovatore avviato all’inizio degli anni novanta con la legge 241 del 1990 che, nel dettare nuove disposizioni in materia di procedimento amministrativo, modifica i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini avviando di fatto quel processo che porterà al principio costituzionale della sussidiarietà tra Stato e Regioni.
La legge 3 del 2001 nel modificare l’art. 117 della Costituzione e nell’attribuire la potestà alle regioni di legiferare anche sull’istruzione, ha salvaguardato l’autonomia delle istituzioni scolastiche introdotta dall’art. 21 della legge 59 del 1997 e regolamentata dal DPR 275 del 1999. Autonomia definita funzionale nella misura in cui non ha fini generali, ma volti a realizzare l’educazione, la formazione e l’istruzione dei giovani futuri cittadini.
L’autonomia delle singole scuole intesa come capacità di progettare e realizzare interventi educativi di formazione e istruzione finalizzati allo sviluppo e alla crescita della persona umana si struttura in:
Intesa come capacità di organizzarsi, nel rispetto dei principi di carattere generale fissati a livello nazionale, in forme di flessibilità di gestione nel rispetto: della libertà culturale e didattica del docente, delle scelte educative delle famiglie, responsabili dell’educazione dei loro figli e soprattutto del diritto ad apprendere degli alunni.
Intesa come esercizio delle scuole di organizzare, nel rispetto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico di ogni singola realtà locale, forme di ricerche e sperimentazioni inserite all’interno del PTOF di cui la scuola assume la responsabilità delle scelte didattiche ed organizzative attraverso le quali si concretizza la libertà d’insegnamento, sempre nel rispetto delle finalità e degli obiettivi generali del sistema nazionale d’istruzione.
Le istituzioni scolastiche hanno autonomia di amministrazione e di gestione del patrimonio e delle risorse finanziarie, in relazione al nuovo assetto istituzionale e alla complessità dei compiti affidati per garantire all’utenza un efficace servizio. In questa prospettiva, secondo quanto fissato dalla nota ministeriale n° 74 del 2019, le risorse assegnate dallo Stato, costituenti la dotazione finanziaria di istituto, sono utilizzate senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario dello svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie dell’istituzione interessata, come previste ed organizzate nel piano triennale dell’offerta formativa (P.T.O.F.), tranne che non si tratti di finanziamenti vincolati a specifiche destinazioni, per i quali è obbligatorio rispettare il relativo vincolo.
1. Il DPR 275 del 1999 nell’art. 6 dispone che le istituzioni scolastiche esercitino singolarmente o tra loro associate l’autonomia:
a) di ricerca, sperimentazione e sviluppo
b) di ricerca didattica, amministrazione e sperimentazione
c) di organizzazione, sviluppo e ricerca
d) di ricerca, sviluppo e amministrativa
2. La legge 59 del 1997 all’art. 21 introduce l’autonomia per le istituzioni scolastiche specificando che si tratta di un’autonomia:
a) funzionale
b) differenziata
c) patrimoniale
d) suppletiva
3. Le istituzioni scolastiche a norma dell’articolo 8 del DPR. 275 del 1999 concretizzano:
a) gli obiettivi nazionali
b) le attività facoltative
c) l’alternanza scuola lavoro
d) iniziative di informazione per i genitori
4. Nell’ambito dell’autonomia amministrativa scolastica chi delibera in merito all’accettazione e alla rinuncia di legati, eredità e donazioni?
a) il consiglio d’istituto
b) la giunta esecutiva
c) il collegio dei docenti
d) il dirigente scolastico di concerto con il DSGA
5. L’autonomia organizzativa attribuita dalla legge alle istituzioni scolastiche non è finalizzata:
a) alla realizzazione della gestione unitaria dell’istituzione
b) alla realizzazione della flessibilità
c) alla realizzazione della diversificazione
d) alla realizzazione dell’efficienza dell’efficacia del servizio scolastico
6. Quale legge riforma il titolo V della Costituzione?
a) legge n° 3 del 2001
b) legge n°59 del 1999
c) legge n° 53 del 2003
d) legge n° 30 del 2000
7. In relazione al d.P.R. 275/1999, il riconoscere e valorizzare le diversità, rientra nell’autonomia:
a) didattica
b) organizzativa
c) di ricerca
d) di sperimentazione
8. Con la legge 59 del 1997 nell’attribuire l’autonomia alle scuole è stata disposta una netta separazione tra:
a) la funzione di indirizzo politico-amministrativo e i compiti gestionali dei dirigenti
b) la funzione di indirizzo politico-amministrativo e i compiti del collegio dei docenti
c) la funzione di indirizzo politico amministrativo e i compiti degli organi collegiali in generale
d) la funzione di indirizzo politico-amministrativo e i compiti gestionali del consiglio d’istituto
9. In relazione al DPR. 275/99, la formazione e l’aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico rientra nell’autonomia:
a) di ricerca, sperimentazione e sviluppo
b) organizzativa
c) didattica
d) amministrativa
10. Quale disposizione di legge ha attribuito alle scuole personalità giuridica?
a) legge 59 del 1997
b) decreto 469 del 1997
c) decreto 143 del 1997
d) decreto 123 del 1998
La risposta esatta è sempre la a)
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