La presidenza del Consiglio dei ministri bacchetta l’ Ufficio scolastico regionale per aver negato l’ accesso a documenti concorsuali. E’ accaduto nell’ ambito del concorso calabrese per presidi del 2011, ancora nell’ occhio del ciclone.
Di recente, una pioggia di richieste di accesso si è abbattuta sull’ Usr, dopo la notizia di segni “sospetti” rinvenuti nelle brutte copie di due candidati vincitori posizionati nella parte alta della graduatoria di merito. Ragion per cui, un gruppo di partecipanti al concorso ha richiesto copia degli elaborati, in bella e brutta copia, di altri neopresidi. Ma tutte le richieste di accesso sono state rigettate dal responsabile del procedimento amministrativo, il quale è stato, perciò, querelato.
L’ultima selezione per il reclutamento di dirigenti scolastici, affidata in Calabria ad una commissione presieduta dal professor Antonio Viscomi, attualmente vicepresidente regionale, è finita nel mirino delle forze dell’ Ordine. Infatti, nel 2012 alcuni candidati inidonei decisero di denunciare taluni aspetti poco chiari della vicenda.
Dopo i ricorsi amministrativi, la battaglia dei “non idonei” è proseguita in sede penale. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza di Catanzaro ha avviato delle indagini, acquisendo in atti notizie, informazioni e fatti rilevanti. Ai funzionari delle fiamme gialle è stato anche esibito il contenuto di elaborati in cui si riscontrano presunte irregolarità. Ad esempio, ben cinque compiti di vincitori di concorso risultano, in alcune parti, uguali tra loro. Ma, la cosa più strana è che i suddetti elaborati riportano parti identiche al contenuto di un testo, alla data degli scritti consultabile solo tramite internet, ma non stampabile, perché protetto.
Dopo il clamore sollevato intorno a due “strane” brutte copie, sono pervenute all’ Usr numerose richieste di accesso ad atti. Il funzionario preposto, però, le ha categoricamente rigettate, accogliendo l’ opposizione dei “controinteressati”. Il motivo del diniego è che non sussisterebbe- a suo parere- un interesse diretto dei richiedenti. Gli istanti rivendicano, invece, il proprio diritto di accesso. “Per quale motivo ci sono stati negati i temi? – contesta un candidato- I presidi menzionati nelle nostre richieste non possono essere portatori di alcun controinteresse – afferma.
L’ art. 22 della legge 241/90 recita che si intende per “controinteressati” tutti i soggetti che dall’ esercizio dell’ accesso vedrebbero compromesso il loro diritto alla riservatezza. Per quanto riguarda il diritto alla riservatezza- puntualizza, poi, il candidato- il Tar Lazioha statuito che esso “concerne solo quelle vicende collegate in modo apprezzabile alla sfera privata del soggetto, secondo quanto al riguardo prevedono, in generale (compresi i dati sensibili e giudiziari), l’art. 59 e, per i dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, l’art. 60 del Dlg 30 giugno 2003 n. 196. Ora- commenta-nessuno di questi dati riservati può essere contenuto in un tema avente per oggetto la dirigenza scolastica.
Un elaborato prodotto in un pubblico concorso deve essere rigorosamente anonimo e l’ eventuale presenza di informazioni personali o riservate sarebbe, di per sé, illegittima, perché rappresenterebbe elemento di riconoscimento, in violazione del principio di anonimato”.
Intanto, uno dei candidati che hanno ricevuto il diniego ha presentato ricorso alla presidenza del Consiglio dei ministri. E giorni fa l’ Ufficio ha risposto, dando ragione al ricorrente e invitando l’ amministrazione a riesaminare l’ istanza. “L’ interesse all’ accesso sussiste- si legge nel documento- in ragione della partecipazione alla procedura concorsuale”. Inoltre, la Commissione per l’ acceso ai documenti amministrativi osserva che “non spetta all’Amministrazione, in sede di accesso agli atti, sindacare l’ ammissibilità o la praticabilità di rimedi giurisdizionali avverso gli atti, i provvedimenti e i comportamenti connessi alla richiesta di ostensione”.
“A questo punto- affermano gli inidonei- inoltreremo nuovamente istanza di accesso. E, una volta in possesso di quei documenti, li sottoporremo a perizia grafica e li consegneremo alla polizia giudiziaria, auspicando che quest’ultima possa fare piena luce sull’ intera faccenda”.
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