I lettori ci scrivono

Concorso DS: una esclusione immeritata

La storia è arcinota, ma alcuni aspetti meritano una riflessione. Dopo svariati anni di impegno, studio, privazioni familiari e sociali, costose preparazioni e qualificati corsi specialistici, nell’ottobre del 2018 partecipiamo alla prova scritta del concorso DS2017.
La correzione delle prove mette in evidenza innumerevoli anomalie del sistema di valutazione, per le quali vengono presentati innumerevoli ricorsi, di cui si fa carico la politica, tanto che con D.M. 8 giugno 2023, n. 107 si tiene la prova scritta straordinaria del 06.05.2024.
Sembravano superate le anomalie, invece altro strazio: l’orario di avvio dello scritto su tablet, previsto per le 10:30, viene procrastinato alle 14:30 tra caos e indicibili disagi.
Le criticità vissute prima, durante e dopo lo svolgimento sono state segnalate anchetramite la stampa; nel mentre, lo stesso Ministro Giuseppe Valditara dichiara che “Le disfunzioni di cui stiamo avendo notizia sono inammissibili”.

Gli esiti della prova scritta, avvenuta in modalità digitale, non vengono comunicati immediatamente ai candidati, come ci si aspetterebbe da una prova telematica, facendo sorgere la domanda: “Una procedura postuma di scioglimento dell’anonimato è garanzia di serietà della prova?”; è evidente, invece, che la comunicazione immediata dei risultati individuali è ulteriore garanzia della serietà della prova.
Inoltre, in alcuni quesiti si notano forti criticità testuali, poiché diversi appaiono incompleti o formulati in maniera alquanto ambigua, impedendo ad alcuni candidati, per UN SOLO PUNTO,  di raggiungere il 60 e di poter partecipare al corso intensivo di formazione, anche e soprattutto a causa di quesiti da più parti ritenuti errati nella formulazione della domanda, come nel caso di un quesito sul D.M. 328 del 2022,  erroneamente indicato come D.M. 32, o di quesiti privi di risposta esatta, come  per la questione “in materia di assenze retribuite cosa dispone per il dirigente scolastico l’art. 15 del CCNL” che ritiene “astenersi” e “assentarsi” come sinonimi (ma se ci si astiene dall’assenza, non si è forse presenti…?).
Lo stesso CTS si accorge dei problemi emersi, tanto da rivedere un quesito, rettificandone l’attribuzione del punteggio, con conseguenze sconcertanti per chi dai 60 punti inizialmente comunicati (con relativo superamento della prova) passa a 59 punti e bocciatura in tronco, con un indicibile senso di sconfitta, che sa di beffarda ingiustizia, perché anche altri quesiti appaiono chiaramente erronei, ma non vengono in alcun modo presi in considerazione.

Oltre a ciò, i ricorsi dapprima al Tar e successivamente al CdS hanno prodotto finora una situazione paradossale e ulteriormente beffarda: accade, infatti, che alcuni candidati con un punteggio nettamente inferiore a quello conseguito da altri vengano ammessi con ordinanza cautelare al Corso Concorso Riservato, mentre altri, con punteggio di 59 su 60 (punteggio minimo di ammissione) ne vengano esclusi, vedendosi respinti i ricorsi presentati a distanza di poche ore dall’ordinanza di accoglimento riservata ai pochissimi “fortunati” e con ricorsi che vertono sulle medesime domande contestate dai primi come dai secondi e persino con il medesimo avvocato e con le medesime motivazioni!

A causa di tutto ciò, per ragioni misteriose, sembra che la sorte si sia accanita contro di noi: siamo stati fortemente lesi e danneggiati, abbiamo ricevuto un evidente grave nocumento, morale e materiale, un danno ingiusto e speriamo NON IRREPARABILE!

Tenuto conto che in uno Stato di diritto a noi cittadini devono essere garantiti, ai sensi di legge, pari protezione, tutela e rispetto dei diritti civili di base e, ripeto, nel caso di specie dei quesiti sono configurabili veri e propri errori che possono essere accertati in modo inequivocabile dal personale competente e preposto al rispetto della legge.

In conclusione, siamo fuori per uno o pochissimi punti, a causa di diversi quesiti errati, equivoci, mal posti o con nessuna risposta esatta: così sono stati ritenuti dai qualificati esperti interpellati, che hanno prodotto anche delle perizie ufficiali, che però almeno al momento sembrano non interessare la magistratura amministrativa.

Sarebbe doveroso da parte degli organi competenti rivedere l’attribuzione del punteggio relativamente almeno ai quesiti inequivocabilmente errati.

Agnese Dante

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