Come abbiamo scritto più volte, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento del concorso dirigenti scolastici, che presumibilmente sarà bandito i primi mesi del 2018.
A tal proposito c’è grande attesa in quanto, l’immissione in ruolo dei futuri nuovi DS vincitori di concorso andrebbero a risolvere, gli annosi problemi di reggenza, il sistema ben oleato di dare in “affidamento” ad un solo preside più istituti scolastici. Il sistema però, non solo non ha funzionato, ma ha creato diversi problemi.
Fatto sta che 1.748 scuole quest’anno saranno senza dirigente scolastico, numero record che si spera di non ripetere appunto con l’inserimento, nei prossimi 3 anni di 2425 dirigenti, il numero chiesto dal Miur al Mef.
“Sono 6 anni che non ci sono concorsi, dichiara Giorgio Rembado, presidente dell’Anp, si legge su Repubblica.it. L’ultimo ha avuto luogo nel 2011, e questo per la riduzione della spesa pubblica, che non ha consentito altre immissioni a ruolo, con il risultato che il pensionamento progressivo dei dirigenti scolastici ne ha assottigliato il numero”. Infatti, i presidi, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, sono passati dai 7.655 del 2012 ai 6.793 del 2017.
A Rembado gli fa eco Pino Turi, segretario generale Uil Scuola: “Il trasferimento dal Miur alla Scuola nazionale dell’amministrazione del compito di organizzare il concorso per dirigenti scolastici, e il successivo ripensamento, con la restituzione al Miur della competenza, ha impedito l’organizzazione del concorso negli ultimi anni”.
Invece, Roberta Fanfarillo, coordinatrice nazionale dei dirigenti scolastici di Flc-Cgil, ricorda però che un certo numero di reggenze è inevitabile: “Sono 354 le scuole con meno di 600 alunni, per le quali la legge prevede la reggenza; vi sono poi 300 dirigenti scolastici distaccati in altre amministrazioni pubbliche, e meno di 20 nel sindacato, che vengono sostituiti nelle rispettive scuole da reggenti”.
Le reggenze però devono finire, perché “un preside in media gestisce 1.000 studenti, 130 dipendenti, e 5 edifici. Raddoppiando questi numeri per effetto di una reggenza, il preside si trova a gestire una medio-grande azienda, senza avere gli strumenti per farlo”, puntualizza ancora il presidente ANP.
“Oltre allo stress fisico dovuto allo spostamento continuo, la gestione di una scuola in reggenza è più faticosa per via dello spostamento continuo a cui è costretto il preside, dovendosi muovere tra istituti diversi, tanto più che questi oggi sono costituiti da molti edifici, per via dell’accorpamento di scuole, come dimostra il fatto che rispetto agli anni ’90 si è passati da 18mila alle circa 9mila attuali”, fa notare Paola Serafin, responsabile nazionale dei dirigenti scolastici per la Cisl scuola.
Pertanto, il concorso a preside potrebbe ridurre notevolmente la questione reggenze, anche se il regolamento, pubblicato lo scorso 20 settembre, non convince fino in fondo i sindacati: “Avremmo preferito un concorso per l’idoneità, da cui attingere i presidi per colmare i posti vacanti, piuttosto che un bando per l’assegnazione di un numero di posti dice Turi della Uil scuola. Questo anche per ridurre il contenzioso, che ha caratterizzato i precedenti concorsi”.
Le responsabili dirigenti scolastici di Flc Cgil e Cisl Scuola pongono invece l’accento sulla complessità del percorso, mentre l’ANP spera che i posti messi a bando siano adeguati per superare le reggenze.
Ricordiamo le altre informazioni relative al concorso dirigente scolastico
Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
– cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.
– due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.
Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza.
Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.
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