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Concorso Dsga, l’ennesima ingiustizia italica

Il concorso ordinario per DSGA, vent’anni dopo.

Si sta per compiere un’altra ingiustizia italica. Nonostante tutte le lotte, gli incontri con le forze politiche e sindacali è  in dirittura d’arrivo il concorso ordinario per Direttore Servizi Generali ed Amministrativi.

Dopo quasi 20 anni nei quali sui posti vacanti sono stati utilizzati gli Assistenti Amministrativi con incarico funzioni superiori, si provvede alla loro liquidazione come stracci vecchi usati e buttati via.

Questo è il ringraziamento da parte di un’amministrazione (si amministrazione con la a minuscola, e non solo) che ha violato la legge nel conferirci l’incarico e che ora passa sopra di noi, sopra le nostre vite, sopra la nostra dignità come una ruspa a distruggere tutto, senza distinzioni.

Noi che con il nostro impegno abbiamo consentito alle scuole di continuare a funzionare ricoprendo i posti privi di titolare, noi che abbiamo  investito le nostre energie e il nostro tempo libero in autoformazione per essere all’altezza del compito.

Questo anche  senza avere da anni nessun riconoscimento economico, anzi rimettendoci parte del nostro stipendio da Assistenti.

Noi i soli impiegati pubblici a non percepire, tra tutti i comparti del  pubblico impiego, un riconoscimento per le funzioni superiori svolte grazie alla norma graziosamente dedicataci nella finanziaria 2013, così da contribuire in modo robusto al risanamento delle casse dello stato.

Tutti coloro che abbiamo incontrato, a tutti i livelli, tranne uno il Ministro, ma questo già lo sapevamo, a parole si sono scandalizzati quando portati a conoscenza della situazione. Le risposte costanti erano: non è possibile, bisogna fare qualcosa, bisogna cercare una soluzione che ponga rimedio a questa vergogna…

Invece nulla, a testa bassa verso il diniego del riconoscimento di una professionalità acquisita sul campo, verso la mortificazione di un impegno che ha permesso alle scuole italiane prive di DSGA titolare, sono più di 1700, di continuare ad operare. Ci hanno promesso un percorso dedicato e riservato, ma niente di tutto questo. Pubblicheranno a giorni il bando del concorso ordinario e si dice abbiano promesso, entro il 15 gennaio, ma non si sa di quale anno, un incontro per parlare di mobilità professionale.

Ormai il tempo delle chiacchiere è terminato, ora servono i fatti. Noi siamo pronti, un bel ricorso collettivo per far valere i nostri diritti e bloccare il concorso. Abbiamo mezzi, organizzazione, strumenti ed argomenti idonei. Non ci arrendiamo,  crediamo nella giustizia nonostante tutto.

Mauro Serri

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