“Fior di docenti segati, commissione impreparata”, a dirlo a La Repubblica sono alcuni dei “protagonisti” che hanno partecipato al concorso docenti 2016.
Perché, sostiene il quotidiano, da una “stima prudenziale” si conferma l’altissimo numero di non ammessi agli esami orali, già ravvisato dalla nostra testata giornalistica: la “metà dei candidati ha passato l’esame. E le prime bocciature si avvertono in quelle classi che hanno già iniziato le prove orali. I dati definitivi a settembre, ma quelli che emergono dagli Uffici scolastici regionali sono indicativi. E preoccupanti”.
Ecco i dati forniti da La Repubblica il 4 agosto:
“Lombardia, classe di insegnamento B12 (laboratorio di Scienze e Tecnologie chimiche): 68 candidati, solo 7 ammessi alla prova orale. Lettere, medie e superiori, sempre in Lombardia: 1.894 presentati, 572 promossi (un terzo). Liguria, cattedra di Lingue e Culture straniere per le medie: 98 allo scritto, solo 27 andranno all’orale, con voti bassi. Emilia Romagna, su 37 candidati per i laboratori di scienze e tecnologie meccaniche, 16 sono stati ammessi alla prova orale. Tredici su 29 in Toscana, per le scienze. Undici su 22 in Campania per l’italiano. In Puglia, Filosofia e Scienze umane, 10 passati su 27 e 68 su 288 in Lingue. Sul sostegno, in Piemonte 130 hanno superato lo scritto (su 333). Filosofia e Scienze umane in Calabria si è chiusa con nessun promosso su 23. Sempre in Calabria, numeri bassissimi nelle discipline letterarie: 95 su 320. Solo il 23 per cento è passato sul sostegno. In Sicilia, il 70 per cento dei bocciati: le due domande in lingua straniera hanno abbattuto candidati, come ha rivelato l’Ufficio scolastico. In Sardegna, per il sostegno di primo grado, si erano presentati quattro candidati: ne è passato uno”.
Ci sono, certamente, anche le commissioni dove i candidati sono passati in alta percentuale. La Repubblica cita pure quelli:
“Sul sostegno in Friuli Venezia Giulia il 98 per cento è stato promosso e così il 90 in Emilia Romagna. Nel Lazio il 70 per cento ha superato la prova di Matematica”.
È un dato di fatto, però, che “la media nazionale è decisamente bassa. Il monitoraggio Precari Mida-Cgil parla di un 60 per cento di non ammessi, il Miur rettifica nel 47 per cento sia sui posti comuni che sul sostegno. Uno su due che non passa, comunque, è un dato da allarme”.
Anche sui motivi della selezione ferrea non c’è accordo: “Spesso i commissari testimoniano mancanza di qualità del candidato, rivelano al ministero dell’Istruzione. Dalle commissioni che hanno già affrontato gli orali rimbalzano risposte già leggendarie. La fine della Prima guerra mondiale? «Con la bomba di Hiroshima», ha dichiarato una candidata. Che cosa fare quando un ragazzo con assistenza sul sostegno dà segni di difficoltà? «Farlo uscire dalla classe perché gli altri devono poter andare avanti», avrebbe detto un altro”.
Pure su “sintassi e grammatica” gli strafalcioni non mancano, tuttavia, considerando anche che si tratta di candidati anche con l’abilitazione in tasca, “per spiegare compiutamente le bocciature a raffica bisogna affiancare all’ipotesi impreparazione un altro elemento: le commissioni esaminatrici. Ora, guidate da docenti universitari, troppo severe, ora inadeguate (con la presidenza affidata a insegnanti con meno di cinque anni di servizio o a pensionati)”, denuncia ancora il quotidiano.
Ma “tra i dirigenti del Miur gira una terza ipotesi: alcuni presidenti contrari alla Buona scuola renziana avrebbero trovato nelle bocciature in serie l’ultimo modo per mettere in difficoltà il sistema”.
Se le cose stanno così, anche se abbiamo molti dubbi, sono riusciti nell’intento. “Perché in molte classi di concorso, in molte regioni, ci sono meno docenti rispetto ai posti disponibili. In Calabria – scrive ancora La Repubblica – 346 cattedre per i 95 ammessi all’orale in Lettere. Andranno riempite, come al solito, con le supplenze. In Puglia 126 posti a concorso in Lingue, solo 68 i candidati passati. In Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia i posti vacanti non saranno coperti. In Emilia sarà vuoto il 14 per cento delle cattedre, in Liguria il 10”.
Per il Gruppo Mida precari, che nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista alla Tecnica della Scuola, hanno voluto una “selezione durissima perché allo Stato conviene tenerci precari”.
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