“Con questo concorso avete umiliato gli insegnanti, vergogna”: così si sono rivolti il 2 maggio alcuni contestatori al premier Renzi in visita a Matera.
Secondo il gruppetto anti-Governo, in sostanza, i docenti già abilitati all’insegnamento non dovevano essere sottoposti ad un’altra verifica per entrare in ruolo: l’assunzione a tempo determinato sarebbe dovuta scattare di diritto.
La replica del presidente del Consiglio stavolta non è arrivata via e-news, ma è stata immediata. “Abbiamo assunto chi aveva diritto costituzionale”, ha detto Renzi.
Poi il premier ha argomentato il concetto: “chi, per responsabilità dei governi passati, non ha questo titolo, purtroppo o per fortuna, la Costituzione ci impedisce di assumerlo senza concorso. E facciamo un concorso che non era fatto da anni”.
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E ancora: “se negli ultimi 20 anni si fosse investito, anziché tagliare, questa situazione non si sarebbe creata. ‘Umiliazione’ lo vada a dire a chi si è comportato in modo indecoroso. Noi abbiamo messo tre miliardi”.
Renzi, quindi, attribuisce ai precedenti esecutivi l’origine del precariato scolastico: “se negli ultimi 20 anni si fosse investito nella scuola, questa situazione non si sarebbe verificata”.
Il punto contestato al premier, però, era un altro: perché i precari abilitati con Tfa, Pas e Scienze della formazione primaria negli ultimi cinque anni sono stati costretti a svolgere il concorso per puntare al ruolo? La Costituzione italiana non doveva essere adottata anche prima del 2011?
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