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Concorso, il Tar dice sì al ricorso Anief: per fare la prova di laboratorio bastano 18/30 agli scritti

Non si arresta l’impeto di ricorsi dell’Anief contro le norme che regolano il concorso a cattedra per 11.542 posti. Come promesso sin dall’uscita del bando, lo scorso settembre, l’organizzazione sindacale di Pacifico continua la sua opera “demolitoria”, a suon di ricorsi. Che in alta percentuale vengono accolti dai giudici.
Stavolta il via libera è arrivato dal Tar del Lazio per favorire la partecipazione alle prove laboratoriali per tutti coloro che hanno ottenuto un punteggio pari almeno a 18/30 alle prove scritte.
L’Anief è riuscita di fatto a dimostrare che è necessario valutare anche la prova di laboratorio ai fini del raggiungimento della soglia minima di 28/40, necessaria per l’ammissione alle prove orali del concorso a cattedra.
Il Tar Lazio, con ordinanza n. 1477/13 su ricorso n. 2652/2013 dell’Avv. Tiziana Sponga, ha in effetti riconosciuto il diritto dei ricorrenti che avevano ottenuto almeno 18/30 alle prove scritte a partecipare alla prova di laboratorio, attraverso cui avranno la possibilità di poter raggiungere la soglia minima di 28/40, utile per l’ammissione alla successiva prova orale.
La sentenza potrebbe a questo punto costituire un precedente importante. E favorire i ricorsi che potrebbero condurre, a questo punto, i candidati delle classi di concorso A020, A033, A034, A059, A060, A025, A028, C430, A038, A047, A049. Sempre a patto che abbiano ottenuto un punteggio pari ad almeno 18/30 alle prove scritte. “A tal fine – fa sapere l’Anief – il sindacato ha predisposto un’istanza di accesso agli atti da inviare all’USR competente per conoscere il punteggio ottenuto alla prova orale”.
Ma non finisce qui. Perché l’organizzazione capitanata da Marcello Pacifico ha anche preso di mira anche la decisione di imporre a tutti la prova in lingua straniera. Per l’Anief, invece, in base al decreto legislativo 297/94 che all’articolo 400, commi 1-12, disciplina lo svolgimento di tutta la procedura concorsuale, nella scuola primaria sarebbe una verifica facoltativa. “Da Roma, invece, – scrive il sindacato autonomo – si è deciso di inserire nel bando di concorso (D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012) da una parte (art. 7, c.3) la prova obbligatoria in lingua straniera nelle prove scritte del 1° marzo per la scuola primaria”.
Conclusione: questa decisione, assieme a quella di scorporare le prove laboratoriali dalle prove scritte per la scuola superiore per valutare preliminarmente i prime tre quesiti prima dell’accesso alla successiva prova pratica, viene considerata “contra legem, secondo il principio che quod lex dixit vigorem legem habet”.
Alessandro Giuliani

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