Errori ortografici, grammaticali e sintattici. Risposte lasciate in bianco o fuori tema. Scarsa originalità: così il Messaggero veneto inizia il commento degli esiti degli scritti del “concorsone” per gli insegnanti. Una Caporetto della scuola, secondo l’articolo, “perché da un lato sono i commissari d’esame che giurano di non essere stati severi, dall’altro sono i numeri, pubblicati dal Miur giovedì: nell’ambito letterario è stato bocciato oltre il 90% dei candidati, in quello economico aziendale l’80%”.
“Complessivamente per l’ambito letterario, ovvero le classi di concorso di italiano, storia e geografia alle scuole medie (A043) e le materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado (A050), si sono presentati circa 300 candidati.
Ma fra i 300 candidati per il Friuli Venezia Giulia appena 29 sono passati alla fase finale del concorsone: meno del 10%. E ora a questi aspiranti insegnanti (la maggior parte dei candidati vive già il mondo della scuola nelle vesti del supplente) sono meno dei posti messi a concorso”.
Perché il Miur per il Friuli Venezia Giulia aveva previsto 36 cattedre (8 alle A050 e 28 alla A043), ma ancora prima dell’orale i candidati superstiti sono 29.
Guardando ai numeri, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale è rimasto sbigottito, racconta il quotidiano del Friuli: “I commissari sono stati equi – spiega Daniela Beltrame – ma in alcuni casi hanno parlato di situazioni con livelli davvero bassi. Ora ci stiamo chiedendo come mai ci siano così tante lacune”.
Forse, visti i tempi difficili, alcuni candidati hanno tentato il concorso, senza credere troppo nel risultato. Ma il 90% e l’80% dei respinti non può trovare risposta in questa supposizione.
“Ci stiamo interrogando pure sulla preparazione che fornisce l’università – continua Beltrame – perché le domande a risposta aperta del test non erano complicate. Anzi, gli argomenti rappresentavano il pane quotidiano di qualsiasi insegnante”.
La griglia di valutazione stilata dai commissari d’esame parla di pertinenza, correttezza linguistica, completezza e originalità. “Trattazione dei contenuti conoscenze disciplinari specifiche e competenze metodologico didattiche, coerente con il quesito”, si legge fra i criteri. E ancora: “Contesti informativi adeguati. Correttezza ortografica, grammaticale e sintattica. Lessico appropriato. Registro linguistico e stile appropriati e coerenti al contenuto. Chiarezza espositiva”.
Ma, a mancare, secondo quanto riferito dagli esaminatori, è stato pure un processo argomentativo solido, la declinazione delle fonti e l’individuazione degli elementi del dibattito scientifico di settore.
Adesso i 29 candidati superstiti dovranno affrontare l’orale incentrato sulla disciplina di insegnamento attraverso cui, oltre a valutare la padronanza della materia, si verifica anche la capacità di trasmissione e di progettazione didattica, con la conversazione nella lingua straniera prescelta dal candidato. Un’altra decimazione di concorrenti?
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