Negli ultimi giorni i concorsi sono stati al centro del dibattito scolastico: infatti, il Ministro Bussetti ha annunciato che sarà un fine 2018 e inizio 2019 pieno di novità. La prima, o meglio, quella a cui pare stia già lavorando il Ministero, riguarda il reclutamento della scuola dell’infanzia e primaria.
Il vero cambio di programma sarebbe rappresentato dal fatto che il Ministro voglia due bandi parallelamente: straordinario e ordinario.
La novità in base a quanto previsto in precedenza, riferito anche dalla deputata del M5S Lucia Azzolina, che sosteneva come il concorso ordinario per infanzia e primaria sarebbe dovuto arrivare circa un anno dopo quello straordinario.
Pertanto, il Ministro Bussetti è intenzionato a non fare aspettare molto i neolaureati in scienze della formazione primaria senza servizio e promuovere una procedura ordinaria che possa inserire nel breve tempo sia i precari più anziani che i giovani laureati senza esperienza. Le prove, a questo punto, si svolgeranno entro il 2019. In base agli incontri avvenuti in settimana fra Miur e sindacati, è emersa la volontà di procedere rapidamente, nel rispetto del termine del 10 ottobre, con l’emanazione del decreto ministeriale che definirà tempi, modalità e contenuti del bando.
L’aspetto più complesso, fa notare la Flc Cgil, riguarda la definizione del contingente di posti da mettere a concorso per la procedura ordinaria. Infatti per questo bisognerà tenere conto dei pensionamenti, della capienza residuale delle graduatorie del concorso 2016, della consistenza delle GAE a livello provinciale e dei posti che si renderanno vacanti per effetto dei provvedimenti giudiziali che riguardano i diplomati magistrali assunti con clausola risolutiva.
Senza contare che nel 2019 è previsto l’aggiornamento delle GAE, aumentando l’incertezza in tal senso.
Al momento, anche se non può essere confermato, l’unica differenza fra i due bandi sarà data dal fatto che mentre il concorso straordinario sarà bandito in tutte le regioni, quello ordinario solo nelle regioni in cui è necessario l’inserimento di nuovi insegnanti. Ma in questo momento ci muoviamo sulla strada della possibilità e non della certezza.
Il concorso straordinario, ricordiamo, è la misura individuata dal Governo per risolvere la questione dei diplomati magistrale, specie gli oltre 6mila assunti in ruolo con riserva.
In attesa del bando che renderà noti tutti i passaggi e le informazioni di carattere operativo, ricordiamo che:
– potranno partecipare al concorso straordinario i diplomati magistrale entro l’a.s. 2001/02 e i laureati in Scienze della Formazione Primaria che abbiano svolto, nel corso degli ultimi otto anni, almeno due annualità di servizio specifico, anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, presso le scuole statali.
– La partecipazione al concorso, relativamente ai posti di sostegno, è consentita a coloro i quali siano in possesso dei succitati requisiti più il titolo di specializzazione (anche conseguito all’estero e riconosciuto in Italia).
Come riferito anche in un precedente articolo, un anno di servizio è valido quando si raggiungono i 180 giorni.
Ciò vuol dire che per partecipare, secondo quanto riporta l’articolo 11, comma 14, del legge 3 maggio 1999 n. 124., bisogna aver prestato servizio, anche non continuativo, per almeno 180 giorni in un anno scolastico.
In alternativa, viene considerato valido il servizio dal 1/02 al termine degli scrutini o esami. Tali giorni di servizio obbligatori, ricordiamo, devono essere stati svolti negli ultimi 8 anni, alla data di scadenza del bando.
Ricordiamo che non è possibile sommare servizi che si riferiscono ad anni scolastici differenti, per cui i 180 giorni vanno calcolati solo per un anno scolastico.
Il concorso si dovrebbe articolare in una prova orale non selettiva (massimo 30 punti) e una valutazione titoli (massimo 70 punti).
Invece, il concorso ordinario prevede la partecipazione di tutti gli abilitati, quindi stiamo parlando dei diplomati magistrali entro l’a.s. 2001/2002 ed ai laureati in scienze della formazione primaria, senza il requisito delle due annualità di servizio svolte negli ultimi otto anni.
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