Gli enti culturali stranieri in Italia (Goethe-Institut Inter Nationes, The British Council, Consejería de Educación, Instituto Cervantes, Bureau de Coopération Linguistique et Artistique de l’Ambassade de France) organizzano un concorso per giovani tra i 12 e i 25 anni. Il tema prescelto è il dialogo, la comunicazione.
Göteborg e Genova, l’11 settembre, la guerra in Afghanistan, l’incontro fra i capi di stato europei a Laeken, l’introduzione dell’Euro, la discussione della violazione dei diritti umani: i fatti si susseguono velocemente e il contributo di noi tutti alla creazione e al rafforzamento di un’Europa unita, solidale che rivesta un ruolo di mediazione, diventa sempre più determinante.
Comunicare con gli altri significa conoscerne la lingua. Internet ci aiuta a stabilire contatti. Un numero sempre crescente di persone imparano le lingue straniere. Ma non va dimenticato che la lingua è anche il vettore di una cultura unica e inconfondibile, di maniere diverse di pensare e di sentire. Noi "Cittadini europei", pur sentendoci a nostro agio in tutti i paesi d’Europa, dobbiamo ricordare che comunicare significa soprattutto aprirsi alla creatività dell’altro, di chi proviene da culture differenti dalla nostra.
Erasmo da Rotterdam, uno dei padri spirituali dell’Europa, cultore della poesia, dell’arte, delle lingue straniere, fu forse il primo ad essere consapevole dell’esistenza della condizione europea che oggi è di tutti noi. Accanito sostenitore della pace e degli ideali umanitari, rifiutò il fanatismo, gli eccessi, convinto com’era che si potessero risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. Egli fu definito "spirito comunicativo". Ed è questo che noi, oggi, dobbiamo cercare di diventare!
Noi, oggi, siamo assediati da stimoli visivi e acustici, da immagini e suoni che ci esortano con insistenza all’acquisto e spesso giungono anche a toccare la sfera emotiva, a suggestionarci, ad influenzarci. Per noi, oggi, è diventato difficile ascoltare, vedere, pensare liberamente e autonomamente. Spesso comunichiamo a fatica, spesso ci sentiamo incompresi. Gli altri ci frastornano, ci confondono, ci infastidiscono. Eppure, anche se difficoltoso, il rapporto con gli altri è pur sempre l’unica forma di comunicazione e di condivisione che abbiamo a disposizione: è l’unico modo per stare al mondo, per essere nel mondo. Poiché, in fondo: gli altri, siamo noi.
Proprio da questa idea-chiave, che abbiamo voluto trasformare in una frase emblematica, prende avvio il nostro concorso "Gli altri siamo noi – Les autres, c’est nous – The others are us – Los otros somos nosotros – Immer sind wir die Anderen".
Le situazioni in cui misuriamo quotidianamente diversità e differenze sono molte, in altrettante occasioni comunicative: con gli amici, in famiglia, a scuola, per strada, al lavoro, al cinema, davanti al televisore, in politica, nello sport…
Illustrare una o più di queste situazioni, attraverso immagini umoristiche e spiritose, è l’obiettivo del concorso.
Non è semplicissimo raggiungere questo obiettivo. Ma i tentativi più validi saranno adeguatamente ricompensati!
Per conoscere le condizioni per partecipare al concorso, consulta "Ulteriori approfondimenti".
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