Con la breve nota prot. n. 315 del 5 marzo, indirizzata ai Direttori Generali Regionali, ai Coordinatori dei Csa e ai Dirigenti Scolastici, il Miur, al fine di offrire una puntuale informazione sulle modalità e sui tempi di svolgimento della prova scritta del concorso per l’insegnamento della religione cattolica, ha chiarito che i candidati, in possesso dei requisiti per la sola scuola dell’infanzia, dovranno optare la scelta, per i primi due ambiti, tra i quesiti riguardanti le tematiche della scuola dell’infanzia che saranno contrassegnati da un asterisco. Per il terzo ambito la scelta, invece, è libera.
I candidati che hanno i requisiti per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria potranno liberamente scegliere tra tutti i quesiti nei tre ambiti.
I candidati che hanno i requisiti per partecipare al concorso per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, potranno scegliere liberamente tra i tre ambiti dei contenuti del programma d’esame.
Per tutti la durata assegnata allo svolgimento delle prove sarà di due ore. Sarà consentita la consultazione del dizionario di lingua italiana e di testi normativi non commentati.
Paradossalmente la stessa nota stabilisce la lunghezza delle risposte in "orientativamente venti righe di protocollo".
Non mancano, ovviamente, quanti gridano allo scandalo per la pretesa del Miur di indicare con la nota la lunghezza delle risposte rientrando siffatto elemento nella valutazione esclusiva delle commissioni esaminatrici.
Non era mai successo in passato. Altro che decentramento!
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