Il tema caldo, naturalmente, è stato quello della Formazione e Reclutamento, coordinato da Silvia Chimienti, che da tempo insiste sulla necessità di rivedere il piano di assunzioni, tenendo presente le esigenze di molteplici categorie di precari.
Non esistono, infatti, solo i giurassici supplenti delle Gae. Ma anche quelli delle Graduatorie d’istituto, nonché i prossimi laureati che vogliono capire quali saranno le modalità per entrare nel mondo della scuola.
Il M5S dimostra di avere le idee chiare e proposte ben precise. E’ contento che si parli di nuove assunzioni per le Gae, ma, se tutto accadrà secondo il benevolo documento di Renzi, verranno negate le assunzioni a persone con i medesimi titoli e abilitazioni degli iscritti in Gae.
Resta ferma dunque la richiesta di includere anche la seconda fascia delle Graduatorie d’istituto, anche se i due emendamenti presentati, come riferito in un precedente articolo sono stati sonoramente bocciati.
I grillini sono fermamente convinti che sia inutile spendere soldi per nuovi concorsi, malgrado tutti attendano quello del 2015. Se ci sono persone già formate e pronte a entrare nella scuola, perchè farle rimettere in gioco e invalidare la loro abilitazione? In quest’ottica sarà fondamentale ripristinare gli organici precedenti alla Gelmini e creare graduatorie provinciali, con l’aumento della scelta superiore alle venti scuole.
Ma allora il M5S è contrario all’assunzione nella scuola per pubblico concorso? Secondo quanto detto dalla Chimienti, assolutamente no. I grillini sono contrari a un concorso immediato e propongono invece dal 2020 in poi un concorso all’anno, a patto che sia diverso, con domande non formulate in base al nozionismo più becero come avviene attualmente. Esso sarà aperto ai laureati quinquennali e chi lo supererà accederà al tirocinio retribuito con la guida di un docente senior, previo superamento di una prova psico-attitudinale.
Anche quest’ultimo è un punto importante, sottolinea l’on. Chimienti. In cattedra è necessario un perfetto equilibrio psichico, visti i duri colpi cui si va incontro durante la carriera. Forse, se ai docenti venisse garantita maggiore serenità e stabilità lavorativa, anche la qualità della scuola ne risentirebbe positivamente.
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