Sono in corso di svolgimento le prove scritte del tanto atteso concorso ordinario e si registrano già innumerevoli proteste, non solo per l’eccessiva difficoltà delle batterie di quesiti sottoposti ai candidati, che privilegerebbe l’aspetto puramente mnemonico rispetto alla verifica della loro effettiva preparazione, ma anche per la presenza di diversi quesiti dal contenuto ambiguo o addirittura ritenuto errato.
Nella prova per la classe di concorso A60ad esempio, sono pervenute segnalazioni circa la presenza di quesiti dalla formulazione ambigua in quanto si prestavano a diverse interpretazioni, altri con più risposte corrette tra le quattro fornite ed altri ancora con nessuna risposta corretta tra quelle disponibili.
In altri casi le segnalazioni hanno riguardato quesiti addirittura errati, in quanto le risposte fornite non avevano alcun collegamento con il riferimento normativo indicato nella domanda.
Ad esempio, nella prova scritta del concorso per i posti di sostegno nella scuola secondaria di primo grado è stato segnalato un errore nel quesito riguardante l’art. 34 (e non l’art. 33) della Costituzione.
Infatti, nella domanda “L’art. 34 della Costituzione italiana riconosce” viene ritenuta corretta la risposta contrassegnata alla lettera b) “La libertà di insegnamento” che fa riferimento invece all’art. 33 che recita “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. (…)”.
Naturalmente un errore di tal genere ha penalizzato fortemente i candidati i quali si sono visti valutata come errata una risposta invece da ritenersi corretta.
In presenza di quesiti dalla formulazione ambigua, che si prestano quindi a diverse interpretazioni, o che presentano più di una risposta corretta tra quelle proposte o nei casi in cui viene considerata errata una risposta tecnicamente corretta, è sempre possibile impugnare l’esito della prova.
Se l’errore denunciato risulta determinante ai fini del superamento della prova scritta, ossia se il punteggio negato o la penalizzazione ricevuta per una risposta ritenuta ingiustamente errata, sono risultati decisivi impedendo di raggiungere il punteggio minimo previsto per l’ammissione alla prova successiva, è allora possibile proporre ricorso al Giudice amministrativo.
In casi analoghi, la giurisprudenza amministrativa ha costantemente affermato che, affinché il meccanismo di selezione funzioni e risulti esente da vizi, è necessario che vi sia assoluta “certezza ed univocità della soluzione”.
La selezione dei capaci e dei meritevoli, infatti, deve passare attraverso un test scientificamente attendibile e linguisticamente corretto secondo le regole linguistiche e grammaticali.
Ogni quiz a risposta multipla deve quindi prevedere con certezza una risposta univocamente esatta, per evitare una valutazione dei candidati che possa porsi in violazione del principio della par condicio desumibile dall’ art. 97 della Costituzione.
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