Egregio Signor Ministro,
siamo docenti che, il giorno 23 maggio scorso, hanno partecipato alla prova preselettiva del Concorso Ordinario Dirigenti Scolastici 2023 e che, nella regione nella quale hanno presentato istanza di partecipazione, non hanno ottenuto un punteggio sufficiente per essere ammessi a sostenere la prova scritta.
Un mancato superamento della preselettiva determinato da una o poche risposte, nonostante lo stesso punteggio ottenuto, sarebbe stato invece favorevole in altre regioni.
Per tale motivo che, unito alle incongruenze di alcune domande le quali, poste in modo fuorviante o che si appellassero a pura capacità mnemonica, ha compromesso il buon esito della prova, chiediamo a Lei la possibilità di ottenere una comune soglia di punteggio, quella del 35, per l’accesso alla prova scritta.
Abbiamo inizialmente sperato che i nostri rappresentanti sindacali ci tutelassero, in aperto confronto con Lei, ma è stata una nostra illusione, (si legga delusione!).
Di qui, l’ultima spiaggia: buttarci nel calderone dei ricorsi.
Iniziamo con un’analisi della prova preselettiva.
Abbiamo parlato di domande che privilegiavano soltanto capacità mnemoniche… Ed allora perché togliere la batteria?
Inoltre, ricordiamo che nelle Linee Guida per lo svolgimento dei concorsi pubblici, del 24 aprile 2018, nella parte relativa all’organizzazione delle prove preselettive, si rileva l’opportunità di far emergere le capacità di ragionamento del candidato piuttosto che le sue capacità puramente mnemoniche.
Sig. Ministro, vorremmo poter far, inoltre, notare che il concorso cui abbiamo partecipato, pur essendo nazionale, ha stabilito un’organizzazione articolata a livello regionale.
Un’organizzazione…, ma la soglia di sbarramento? Diversificate per ogni regione. Quindi la docente del Lazio che ha ottenuto 36 e non ha superato la preselettiva, ha soltanto sbagliato a presentare domanda in quella regione? Pura ironia della sorte? Però, se ci pensiamo bene, le competenze che si esigono da un dirigente scolastico non cambiano da una regione all’altra.
Siamo rimasti sconcertati quando, senza batteria di riferimento, (a differenza dei nostri colleghi di tutti i concorsi precedenti) abbiamo visto apparire, circa 48 ore prima dello svolgimento della preselettiva, i Quadri di Riferimento. “Non erano previsti nel bando con riferimento alla prova preselettiva, ritenetevi già fortunati così!”, sbraitava qualcuno. L’indicazione di quei binari ha sortito l’effetto di ragguagliarci soltanto sull’arrivo del treno: grazie a tale pubblicazione, abbiamo appreso che avevamo studiato, in abbondanza, parti e parti di discipline, omettendone, invece, altre che, a due giorni di lì a venire, non avremmo mai e poi mai fatto in tempo a studiare.
Inoltre, non riusciamo a comprendere come sia stato possibile inserire in quei Quadri, delle normative recentissime, quando il Cisia fece comunicazione ai sindacati di avere ultimato la banca dati nel mese di febbraio. Ironia o magia (stavolta) della sorte?
Inoltre, pare che il numero dei posti messi a bando, per ogni regione, sia stato stimato al ribasso! Difatti, al netto delle mobilità, si notano numeri che superano quelli indicati nel bando. A titolo di esempio, si prenda il Lazio, dove, per l’ordinario, i posti a bando sono 50. Gli ammessi allo scritto sono stati 150, i posti realmente disponibili per l’ordinario, soltanto per quest’anno, si aggirano intorno a 30. Si deduce che il fabbisogno triennale è stato sottostimato.
Chiedere a Lei Signor Ministro di porre riparo alle conseguenze causate dalle descritte gravi criticità.
Signor Ministro, siamo migliaia di persone che hanno subito un’ingiusta selezione falcidiante. Ebbene sì, il merito, sostantivo presente quale baluardo del Suo Ministero, adesso diventi anche il nostro punto di riferimento.
A Lei l’ardua sentenza.
Gruppo Soglia35
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