Salve a tutti,
mi chiamo Morena Spinello, docente precaria, ed al momento insegno storia e geografia presso una scuola media in un paese della provincia di Caltanissetta.
Questa mia lettera si aggiunge alle altre che raccontano “l’orrore” della preselettiva del concorso ordinario, a cui ho partecipato nel pomeriggio del 22 marzo.
Questa circostanza ha creato a noi precari non pochi disagi: tanto per cominciare dall’estremo Meridione della provincia di Caltanissetta mi sono dovuta spostare verso l’estremità opposta della Sicilia (Palermo), tenendo conto sia della situazione del caro carburante, sia dell’assenza da lavoro per entrambe le procedure concorsuali (lunedì tenterò A012, sempre in provincia di Palermo).
Io mi chiedo perché bandire dei concorsi nel bel mezzo della pandemia (2020), poi sonno profondo per ben due anni (tipico in Italia) e poi perché pubblicare date e sedi 20 giorni prima della prova, con programmi immensi da studiare.
Man mano che procedevano le prove e che passavano i giorni, sentivo e leggevo solo di gente che non riusciva a superare il quiz, tenendo presente che, data la mole infinita di iscritti per A022, la preselettiva è stata fatta in più giorni, quindi mi ero presentata consapevole della Caporetto del giorno prima.
Giunti al fatidico giorno, e una volta terminato il viaggio della speranza, scopro che metà dei candidati non si presentano: eravamo in sei e nessuno di noi, purtroppo, ce l’ha fatta: Caporetto si ripete! E’ stato come partecipare ad una trasmissione televisiva a quiz, come “Avanti un altro!” o “L’eredità”, dove si vince solo se si è baciati dalla dea bendata.
Come si possono appurare le capacità di un insegnante se questo stesso insegnante viene sottoposto ad un tiro a sorte, in cui si passa non per merito ma per pura e semplice fortuna?
Mi dispiace, ma dopo alcuni anni di insegnamento, con questo trattamento non mi sono sentita affatto giudicata, né tantomeno valutata: perché gli esaminatori non vengono a vedere nelle singole scuole che classi ci sono, come le teniamo per sei ore al giorno?
E’ lì e solo lì che si vedono le competenze, le abilità e la preparazione di un docente: un quiz, con domande a cui neanche la stessa commissione che le ha impostate saprebbe rispondere, non serve assolutamente a nulla.
Mi aspetto lunedì la replica di una seconda Caporetto, e a settembre il caos, con il ritorno della parola “supplentite”, perché, a mio avviso, per qualche strano meccanismo di cui non capisco l’entità, questo Paese non ha nessuna intenzione di fare assunzioni, e garantire ai nostri ragazzi la costanza di avere gli stessi insegnanti per la durata di tutto il ciclo di studi.
Con questa mia lettera ho voluto dire la mia e dare testimonianza di quanto sta accadendo in questi giorni, ma questo non mi fermo perché torno in classe più forte di prima e con il sorriso in faccia, anche se nascosto da una ffp2.
Ringrazio la redazione e tutti coloro i quali mi leggeranno, con la speranza di spingere ad una, anche se breve, riflessione su tutto questo.
Morena Spinello
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