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Concorso ordinario: quel macroscopico errore di calcolo delle tempistiche per entrare in prima fascia

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Ho superato il Concorso Ordinario 2020 (per la classe di concorso A017, Storia dell’Arte e Disegno nella secondaria di secondo grado) a maggio 2023. La prima prova scritta si è svolta il 1 aprile 2022, poi, a causa di ritardi inspiegabili
(degli Uffici Scolastici Regionali? delle commissioni? del Ministero? non lo sappiamo) siamo arrivati a svolgere la seconda prova, quella pratica, con ben UN ANNO DI RITARDO nella tabella di marcia (il 20 marzo 2023).

Gli orali sono iniziati quindi circa un mese dopo (ad aprile) e termineranno il 21 luglio 2023. Le regioni coinvolte sono sei: TOSCANA, LAZIO, SARDEGNA, ABRUZZO, UMBRIA e MARCHE. Il 4 luglio sarà il termine ultimo per sciogliere la riserva della procedura di iscrizione in fascia aggiuntiva, chi risulta idoneo ad un concorso ordinario accede di diritto
alla prima fascia (o in fascia aggiuntiva) ma i candidati di questa (e di altre classi di concorso) non potranno farlo perché i ritardi delle procedure non hanno tenuto conto di questo macroscopico errore di calcolo delle tempistiche.
Il concorso arriverà alla fine ma nessuno dei candidati vincitori ed idonei potrà raccogliere i frutti di due anni di studio incessante, nessuno.

Oltretutto, nell’ultimo decreto PA, appena pubblicato in Gazzetta, si mette nero su bianco che gli idonei del concorso ordinario 2020 andranno in coda nel 2024/25: uno scherzo? Non ci danno la possibilità di iscriverci nel 2023/24 e poi l’anno successivo ci mettono in coda ai concorsi del PNRR? Soprattutto vorrei capire: i sindacati cosa dicono? Personalmente ho allertato la CGIL e so che altri candidati hanno cercato di farsi consigliare da altri sindacati.

Non so cosa sia giusto fare, apriamo una finestra per far iscrivere i candidati in ritardo fino alla pubblicazione delle graduatorie? Un ritardo di cui, peraltro, i candidati non sono responsabili. Gli USR invieranno agli idonei l’attestato di
abilitazione? Diteci voi, sindacati, parlamentari, noi siamo qua in attesa di soluzioni, l’idea di vivere nel paese delle banane, dove non serve a niente nemmeno superare i concorsi ordinari, è molto concreta. L’aspetto stupefacente di
tutta la vicenda infatti è proprio questo, l’ordinario è da sempre considerato la modalità di accesso al ruolo per eccellenza e adesso viene considerato l’ultima ruota del carro.

Letizia Rubegni