Dopo il caso del quesito su un articolo della Costituzione palesemente errato che, tuttavia, lo stesso Ministero ha provveduto ad annullare in autotutela, questa volta è stato il Tribunale Amministrativo a segnare con la matita blu un altro quesito presente nell’archivio nazionale predisposto dalla Commissione nominata dal MI per le prove scritte del concorso ordinario.
Il decreto ministeriale 9.11.2021 n. 326 aveva infatti autorizzato il Ministero dell’Istruzione ad avvalersi di una Commissione Nazionale, appositamente costituita, per predisporre a livello nazionale i quesiti da sottoporre nella prova scritta computer-based che è andata a sostituire le tradizionali prove scritte originariamente previste dal bando di concorso.
Nonostante la Commissione fosse composta da personale esperto nelle rispettive discipline ed appositamente individuato dal Ministero, sono numerose le contestazioni pervenute in questi giorni in Viale Trastevere che denunciano l’erroneità di diversi quesiti in varie classi di concorso.
Da una disamina generale relativa alle contestazioni mosse alle batterie di quesiti per le diverse classi di concorso, emerge come in alcuni casi le domande vertevano su temi non previsti dai Quadri di riferimento per la specifica classe di concorso, in altri casi andavano oltre il programma di cui all’Allegato A del bando, in altri casi sono state individuate domande tecnicamente errate, e diverse sono state le segnalazioni di domande che si prestavano a più risposte corrette rispetto alle quattro riportate nel quesito, ovvero di casi in cui delle possibili riposte riportate nel quesito nessuna poteva ritenersi corretta.
Se, come detto, il Ministero si è limitato ad intervenire su alcuni casi di errori – effettivamente eclatanti – denunciati pubblicamente dai concorrenti, anche la Giustizia amministrativa ha iniziato a farsi sentire con i primi provvedimenti che censurano l’erroneità di altri quesiti.
Considerato che già sono stati avviati numerosi ricorsi al Giudice amministrativo e molti altri sono in fase di partenza, dovremo attenderci ancora pronunce da parte del Tar che potrebbero confermare che una procedura a quiz, quantomeno nei termini in cui è stata predisposta dal Ministero, non è lo strumento più idoneo per selezionare i docenti della scuola pubblica.
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