Assumere una bella fetta di precari con almeno 36 mesi di servizio svolto e pagare di più i docenti, senza pensare che i 100 euro previsti con la prossima Legge di Bilancio possano essere un punto di arrivo: il doppio annuncio è stato fatto dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, durante la puntata di ‘Porta a Porta’, su Rai Uno, del 19 settembre.
Sull’alto numero di cattedre senza docente titolare e il precariato in crescita, il responsabile del Miur ha detto che “il concorso ordinario deve essere la via principe per entrare in ruolo però noi dobbiamo anche gestire il passato”.
“Abbiamo 120 mila precari della scuola che insegnano ai nostri figli”, per questo “sto lavorando a un concorso straordinario per 24 mila posti”, ha sottolineato.
Il numero di cattedre a bando, riservato alla scuola secondaria, rimarrà in linea con quello prefissato dal primo Governo Conte e poi sfumato assieme al decreto salva-precari “sponsorizzato” dal ministro uscente Marco Bussetti e dal senatore leghista Mario Pittoni.
Fioramonti è quindi tornato sul tema dei bassi compensi degli insegnanti e degli aumenti ‘a tre cifre’ già concordati a fine aprile dai sindacati con il premier Giuseppe Conte: “mi piacerebbe moltissimo poter dire vi paghiamo molto, molto di più, 100 euro è un primo passo, un passo importante”, ha dichiarato il neo ministro dell’Istruzione.
Anche Fioramonti, come i suoi predecessori alla guida del palazzo bianco di Viale Trastevere a Roma, ha quindi insistito sulla valorizzazione del ruolo dei docenti. E sulla necessità di stroncare i continui episodi di violenza, non solo fisica, nei loro confronti.
“All’Aquila ho parlato proprio di questo, dell’importanza del ruolo sociale dell’insegnante. Ci sono insegnanti che lavorano in edifici fatiscenti. Ma ho visto anche insegnanti che in contesto difficili di periferia si fanno rispettare”, ha tenuto a dire Fioramonti.
Il ministro ha quindi elencato le linee programmatiche della sua gestione: “l’idea della formazione continua è centrale, poi c’è l’argomento dell’edilizia scolastica, noi sull’edilizia scolastica abbiamo molti fondi, abbiamo difficoltà a spenderli perché nel rapporto tra il governo e gli enti locali che in genere gestiscono questi percorsi c’è sempre difficoltà, io ho chiesto che nel mio ministero si crei un ufficio per accompagnare gli enti locali“.
Poi Fioramonti ha confermato la sua contrarietà al modello dei bonus legati al merito: perché possono avere l’effetto contrario, cioè quello di mettere l’insegnante nella condizione per cui fa solo se pagato.
Su quest’aspetto, comunque, sarà importante il confronto con i sindacati, perché gli incentivi dati ai docenti riguardano impegni che vanno oltre le competenze ordinarie.
Fioramonti, infine, ha perlato del “sistema delle valutazioni degli studenti: deve essere fatto in maniera diffusa e volontaria affinché non si crei quel fenomeno di rigetto come all’esame di maturità dove bisognava per forza aver fatto il test”.
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