Può sembrare una cifra paradossale, esagerata, ma la fame di lavoro, unita forse al desiderio di svolgere un incarico comunque importante, pretende anche questi numeri, vale a dire, 374mila candidati, tutti laureati, in lizza per conquistare uno dei 44.654 nuovi posti messi a bando lo scorso dicembre dal ministero dell’Istruzione, come insegnante.
Chiusi i termini per la presentazione delle domande il 9 gennaio scorso, in particolare si viene a sapere, come pubblica Italia Oggi, che sono state inoltrate quasi 304 mila domande per la scuola superiore e quasi 70 mila per infanzia e primaria.
Come era prevedibile, Lazio, Lombardia e Campania le regioni più richieste anche perché le più popolose d’Italia e dove trovare una cattedra sembra più facile che altrove.
Le modalità del concorso
In modo particolare, le modalità di svolgimento del concorso prevedono uno scritto con quiz a risposta multipla e un orale. A disposizione due minuti per ogni domanda, 100 minuti per 50 test a crocette, per l’orale i minuti sono 30, per infanzia e primaria, e 45 per la secondaria. I primi 10 quesiti saranno in ambito pedagogico, 15 in ambito psicopedagogico, altri 15 sull’ambito metodologico didattico. Ulteriori 5 sulla conoscenza della lingua inglese, livello B2, e 5 sulle competenze digitali inerenti la didattica. Le conoscenze e competenze della singola classe di concorso saranno accertate all’orale che dovrà comprendere la simulazione di una lezione.
Niente di nuovo rispetto alle altre procedure concorsuali, benché sono tanti coloro che vorrebbero che le competenze della singola classe di concorso fossero meglio e più attentamente vagliate, mentre eccessivo appare il punteggio assegnato relativo alle conoscenze di livello B2 della lingua inglese.
L’assegnazione dele cattedre
I vincitori che hanno partecipato senza abilitazione con 3 anni di servizio riceveranno un primo contratto a tempo determinato, nel frattempo dovranno acquisire i 30 cfu del nuovo percorso abilitante. A seguito dell’esito positivo, saranno assunti a tempo indeterminato, e svolgeranno l’anno di prova. Percorso analogo per i docenti senza abilitazione ma con laurea e 24 cfu, ma dovranno acquisire nel primo anno di contratto a tempo gli ulteriori 36 cfu necessari.
Confermato l’organico per il nuovo anno scolastico, nonostante la denatalità
Una buona notizia intanto si fa strada: con l’inizio del nuovo anno scolastico 2024/25 non vi saranno meno docenti e neppure meno classi, nonostante la stima di 116mila alunni in meno, dovuto al fenomeno della denatalità,.
A confermarlo il ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, nel decreto organici 2024/2025, per i quali è possibile assumere a tempo indeterminato, senza variazioni a livello territoriale nell’assegnazione dei contingenti. Nello stesso decreto, inviato al ministero dell’economia per la controfirma, fissa in 670.441 le cattedre dell’organico di diritto (lo scorso anno erano 670.450), di cui 620.239 per posti comuni e 50.202 di potenziamento.
Rimasti invariati anche i 126.170 posti per il sostegno sono in totale, di cui 6.446 di potenziamento.
Invariata anche la flessibilità dell’adeguamento dell’organico alle situazioni di fatto, in base alle sopraggiunte esigenze manifestate dalle scuole ad anno scolastico avviato, che rimane di 14.142 posti.
Sarà inoltre possibile costituire classi in deroga, rispetto ai criteri per il numero minimo di alunni previsto dal dpr n. 81/2009, per 6.727 (erano 6mila lo scorso anno), di cui 3.478 (3.105 nel 2023-24), nella sola scuola secondaria di secondo grado.
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