Il bando per dirigenti scolastici uscirà non prima del prossimo mese di giugno: il Miur sta infatti ancora lavorando sulla complessa revisione del regolamento.
Le modifiche sono state rese necessarie dal complicato passaggio di “consegne”, nella parte della formazione dei prossimi vincitori: come indicato a suo tempo, già lo scorso dicembre, per dare seguito a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2016, dopo aver superato le prove i vincitori della prossima selezione per presidi dovranno essere formati direttamente dal Miur. E non più dalla Scuola nazionale dell’amministrazione pubblica,ovvero la Sna.
Immediatamente dopo l’approvazione della norma inclusa nell’ex Legge Finanziaria di fine anno, al dicastero dell’Istruzione si sono messi all’opera per mettere a punto le norme. Ma si tratta di procedure lunghe. Perché a complicare il quadro, ci sono i “paletti” messi su dalla Legge 107/2015, che non prevedeva affatto il passaggio di mano tra le due istituzioni. Anzi.
Prima di tutto perché il ministero dell’Istruzione non è affatto preparato a gestire questo genere di formazione. Poi, ci sono da sistemare le norme. E questo è il nodo più difficile da sciogliere.
Perché nella Buona Scuola, al comma 203, è stato ad esempio previsto che “per l’anno 2015 il Fondo relativo alle spese di funzionamento della Scuola nazionale dell’amministrazione, iscritto nel bilancio dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, in aggiunta allo stanziamento di cui all’articolo 17, comma 3, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, è incrementato di 1 milione di euro per l’espletamento della procedura concorsuale per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica”.
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Come se non bastasse, c’è da superare quanto contenuto nell’articolo 17 del decreto legge 104/2013 approvato durante il Governo Letta: in particolare, la parte dove si dice che il corso-concorso per dirigenti scolastici “si svolge presso la Scuola nazionale dell’amministrazione, in giorni e orari e con metodi didattici compatibili con l’attività didattica dei partecipanti, con eventuale riduzione del carico didattico. Le spese di viaggio e alloggio sono a carico dei partecipanti”.
Al Miur, quindi, stanno lavorando per aggirare questo genere di scogli. Ne avranno ancora per tutto il mese di marzo. E forse anche per quello di aprile.
Non bisogna dimenticare, che quando si arriverà alla versione finale, le modifiche al regolamento (che riguardano anche altre parti del prossimo concorso, come quella dei requisiti di acceso e delle prove concorsuali) dovranno comunque passare al vaglio delle commissioni parlamentari di competenza, del Consiglio di Stato e di tutte le altre istituzioni cui spetta per legge esprimere il proprio parere.
Ecco perché prima di giugno sarà molto difficile che il bando arrivi in Gazzetta Ufficiale. Non tutto il male viene per nuocer: nel frattempo, i candidati (di ruolo e con 5 anni di servizio alle spalle) potranno approfittare dall’attesa per prepararsi a sostenere le prove. Anche perché nel momento in cui verrà reso pubblico il nuovo regolamento, è probabile che per recuperare il tempo perduto si riduca al massimo il lasso di tempo per arrivare allo svolgimento delle verifiche.
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