Puntuale come un orologio svizzero è stato presentato l’ennesimo emendamento proposto dalla senatrice Bucalo insieme con altri parlamentari di Fratelli d’Italia per consentire la partecipazione ad un corso di 120 ore con esame finale riservato ai soggetti che hanno sostenuto la prova scritta del concorso per dirigente scolastico del 2017 e che hanno una sentenza favorevole di primo grado o comunque un contenzioso giurisdizionale in atto, avverso il succitato concorso per mancato superamento della prova scritta o di quella orale. Tuttoscuola ha parlato di un “salvataggio di candidati non vincitori di concorso e nemmeno idonei che nega il merito, mortifica l’intero sistema, nega la forza del diritto e avalla il principio che, come nell’abusivismo edilizio, il condono prima o poi salva chi non ha rispettato le regole”.
Il concorso del 2017 era nazionale e si è articolato su tre prove: la preselettiva, la prima prova scritta e la prova orale. Il bando prevedeva n. 38 commissioni (una iniziale e trentasette sottocommissioni) sparse in varie sedi regionali. Tutte loro avevano il compito di correggere la prova scritta e poi esaminare all’orale i candidati che venivano assegnati. I voti venivano attribuiti sulla base di quadri di riferimento preordinati che valevano per tutte le commissioni. Ci teniamo a precisare che, per ciascun candidato, la prova scritta e la prova orale venivano esaminate da due sottocommissioni diverse scelte secondo criteri preordinati e poste in luoghi diversi e lontani dalle residenze dei candidati. Il concorso per dirigenti scolastici del 2017 è stato strutturato in modo molto complesso proprio per evitare le problematiche che sono nate precedentemente: nel 2011, in Lombardia la correzione dello scritto è stata rivista a causa delle buste trasparenti e in Toscana il concorso è stato annullato e ripetuto; la legge 107/2015 ha rimesso in pista, in Sicilia, circa 120 aspiranti dirigenti scolastici che non hanno superato le selezioni del 2004 e del 2006. In questo modo è stata alimentata la diffusa e distorta convinzione che il superamento di concorso pubblico possa essere un risultato conseguibile anche con la proposizione di ricorso, in attesa di una sanatoria legislativa predisposta sulla base dei tempi lunghi della giustizia amministrativa. Siamo convinti che molti ricorrenti non la pensino in questo modo ma stiamo assistendo, in questi giorni, alla riproposizione di vari contenziosi.
Subito dopo l’espletamento della prova scritta, molti candidati che non l’avevano superata hanno fatto ricorso. Le doglianze riguardavano: mancata unicità della prova nazionale; irregolarità nella procedura di correzione; presunta violazione dell’anonimato; presunta alterazione/cancellazione dei metadati; elevata varianza della percentuale di ammessi per commissione ecc. Il Tar del Lazio (sezione terza) con sentenza n. 8655/2019 ha annullato l’intera procedura concorsuale per una presunta incompatibilità di alcuni commissari. Il Cds (Sezione Sesta) con sentenza N. 00395/2021 ha riformato quella del Tar ed ha rigettato sia la presunta incompatibilità, sia tutte le ulteriori doglianze proposte dai ricorrenti. È evidente, pertanto, che la magistratura si è espressa per quanto riguarda la regolarità del concorso. Non si può invocare il giudizio della stessa (vedi Tar) quando va nella direzione sperata mentre si ritiene una sentenza politica (quella del Consiglio di Stato) quando va nella direzione opposta.
Per quanto riguarda le indagini della procura di Roma (e di altre procure) siamo ben felici che la giustizia faccia il suo corso e che vengano severamente puniti i responsabili anche se occorre chiarire che l’avviso di conclusione indagini non è un’anticipazione della condanna e neppure costituisce l’accertamento di un fatto. Sono solo ipotesi che dovranno essere chiarite in sede giudiziaria. Per questo motivo non siamo d’accordo con alcuni giornalisti e sindacalisti i quali affermano che è un concorso nato male e finito peggio.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza: i concorrenti che hanno superato la preselettiva erano 8700, mentre il concorso si è concluso con 3420 concorrenti inseriti nella graduatoria di merito. Ci chiediamo: i 5280 candidati che non hanno superato la prova scritta sono stati tutti ingiustamente bocciati? Non neghiamo che ci possano essere state anomalie e incongruenze nella correzione (tot capita, tot sententiae), ma non riteniamo che possano riguardare più di cinquemila scritti.
Ci chiediamo ancora: i docenti che vorrebbero partecipare ad un nuovo concorso, hanno diritto ad avere anche loro la possibilità di diventare dirigenti oppure saranno eternamente bloccati da queste sanatorie? Un esempio per tutti: i vincitori del concorso 2017 non sono riusciti ad entrare nella regione Campania a causa dei ricorrenti del concorso 2011 e molti hanno dovuto rinunciare.
In seguito alle numerose voci di disapprovazione, l’emendamento della senatrice Bucalo è stato trasformato in un ordine del giorno e il 22 dicembre è stato pubblicato il regolamento di un nuovo concorso per dirigenti scolastici. Facciamo il più grosso in bocca al lupo a tutti coloro che vorranno partecipare, in particolare a chi non ha superato ingiustamente quello del 2017, ma vogliamo far comprendere che questa ricerca affannosa di una soluzione politica della vicenda rimanda fortemente ad un’idea di strumentalizzazione e di opportunismo che non merita soprattutto chi è stato penalizzato da quella procedura.
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