A giorni verrà presentato un disegno di legge per sistemare i prof di religione che, se come tutti i docenti della scuola pubblica italiana vengono retribuiti dallo Stato, tra loro è precario più di un docente su due a causa del fatto che il concorso non viene bandito da oltre 14 anni e devono attenersi alle graduatorie messe a punto dalla Cei, che rilascia l’abilitazione all’insegnamento.
Infatti sono 12.114 i docenti con contratto a tempo indeterminato a fronte dei 15.218 precari, mentre non ci sono neanche classi di concorso dedicate.
Sarebbe dunque pronto un disegno di legge per avviare il concorso riservato -riporta Il Messaggero– nel quale rientrerebbero tutti gli abilitati in un’unica graduatoria, con una sorta di sanatoria.
Una corsia preferenziale dentro il concorso ordinario con una quota riservata ai docenti che hanno almeno 3 anni di servizio alle spalle anche non consecutivi nell’arco dell’ultimo decennio.
E sono tanti, visto che molti sono precari da oltre 15 anni, alcuni anche da 25 anni. Tra questi ci sono anche i vincitori del concorso del 2004 ancora in attesa del ruolo. Per loro, secondo quanto specificato nell’emendamento, resterebbero valide anche le graduatorie di merito del vecchio concorso: agli idonei inseriti viene assegnato, ogni anno, il 50% dei posti vacanti e disponibili in ogni regione in base alla suddivisione territoriale prevista dalle diocesi. Il restante 50% dei posti verrà invece attribuito ai vincitori dei prossimi concorsi.
Secondo l’emendamento, il prossimo concorso sarà un esame orale. Non è prevista la prova in inglese, visto che non è previsto l’insegnamento della religione in lingua straniera.
Nella trattativa per risolvere il problema dei prof di religione ci sono il Ministero dell’economia e delle finanze, da cui partono ogni mese gli stipendi dei docenti precari e di ruolo, la Cei che rilascia le idoneità, i sindacati e le associazioni dei docenti stessi.
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