Nulla di nuovo sul decreto scuola e sull’emendamento Pd-Leu sul concorso per docenti per soli titoli: non sono bastate tre ore di vertice Palazzo Chigi per convincere i “grillini” e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a cedere all’assunzione diretta da graduatorie dei 24 mila docenti della procedura riservata, con aggiunta di altri 8 mila posti approvati con il decreto Rilancio.
Anzi, una novità ci sarebbe: ora con il M5S c’è pure Italia Viva, guidata da Matteo Renzi, a portare avanti la battaglia del merito per l’accesso a tempo indeterminato alla docenza, tenendo così la porta chiusa ai candidati al ruolo da individuare direttamente dalle graduatorie d’istituto (con corso intensivo, anche abilitante, nell’anno di prova).
Per questo raggruppamento, che però rimarrebbe in netta minoranza se l’opposizione dovesse, come sembra, sostenere l’emendamento Pd-Leu, l’unico motivo per non svolgere i concorsi tradizionale con prove sarebbe quello del ritorno di numeri importanti in estate del contagio da Covid-19.
Dopo un confronto, a tratti anche teso, le parti si sono così lasciate con le posizioni immutate e quindi sempre distanti: l’irrigidimento è tale che l’emendamento della discordia ad oggi potrebbe far cadere la maggioranza al Senato. Una circostanza che in rarissime occasioni, anche negli ultimi decenni, è stata addebitata a vicende di gestione politica della scuola.
Così, sarà direttamente il premier Giuseppe Conte, è stato deciso, ad avanzare una proposta di mediazione per arrivare un accordo sulla proposta inserita nel decreto scuola e che dovrà essere votata nella VII commissione del Senato lunedì pomeriggio a partire delle ore 15.
Il tentativo del presidente del Consiglio potrebbe essere messo in atto già sabato 23 maggio. Ma non sarà facile, visto che i due schieramenti vengono definiti “cristallizzati”.
Per il Pd non c’è alternativa: le prove non si fanno e considerando l’alto numero di precari si deve procedere all’individuazione dei docenti precari anche direttamente da graduatorie. Una procedura, prevista dalla Costituzione, e ampiamente giustificata dall’emergenza Coronavirus.
“Il vertice di maggioranza è terminato con la decisione di Conte di proporre una proposta di mediazione. Per il Pd il concorso con le prove resta molto difficile da prevedere”, hanno fatto sapere fonti parlamentari Dem presenti alla riunione.
Fonti M5S ribadiscono invece il no alle graduatorie per titoli: qualsiasi accordo, fanno sapere alcuni pentastellati del Senato, è possibile solo tramite un concorso che garantisca il merito:
E continua il pressing dei parlamentari “grillini” sostegno della ministra Lucia Azzolina: “”I nostri ragazzi, gli studenti di oggi – ha scritto su twitter il viceministro al Mise Stefano Buffagni – rappresentano il futuro del nostro Paese. Meritano un’educazione di assoluto valore che deve arrivare loro attraverso una scuola di qualità e al passo coi tempi. No ai ricatti, no concorsi per soli titoli”.
Peccato che l’estate sia quasi alle porte. E il tempo per andare a determinare i meritevoli che dovranno salire in cattedra a tempo indeterminato è rimasto davvero poco.
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