Le ragioni per cui impugnare il bando di concorso per aspiranti insegnanti sono molteplici e risiedono nelle modalità onerose di reclutamento scelte dal Miur. Sarebbe stato opportuno bandire un concorso per soli titoli.
Esistono migliaia di insegnanti precari storici che non possono essere paragonati ad aspiranti insegnanti, cioè noi siamo da decenni insegnanti a tutti gli effetti e non aspiranti. L’aspirante è colui che aspira ad esercitare una mansione, e non il contrario.
Impugniamo per bloccare l’ingiusta e discriminante modalità concorsuale, per non far svolgere le prove e rinviare il tutto ad un piano che preveda nessun esame (scritti e orali).
Chi è in GAE non verrà scavalcato e gli insegnanti abilitati non correranno il rischio se fossero inseriti nelle graduatorie di merito, perché, in Italia, molti vincitori di concorsi pubblici non sono stati assunti per mancanza improvvisa di copertura economica.
Inoltre, ogni tre anni i concorsi pubblici scadono provocando l’azzeramento di tutti i nostri precedenti sacrifici e sforzi, cioè dobbiamo rifare un altro concorso.
I bandi del Miur sono incostituzionali in diversi punti, dalla revisione delle classi di concorso al livello B2 della lingua straniera fino alla tabella di valutazione titoli. I posti messi a disposizione sono inferiori alla effettiva necessità di assunzione.
Questo concorso ci ha negato il “doppio canale di reclutamento” ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia Europea, il 50 per cento tramite concorso e 50 per cento con lo scorrimento delle graduatorie permanenti art.401 del DM 131/2007.
Per questi motivi lo studio legale dell’avvocato Valentina Piraino in Roma chiederà la sospensione del concorso innanzi ai Giudici Amministrativi.
Cari colleghi, continuiamo a difendere i nostri diritti, difendiamo il nostro posto di lavoro. La rivoluzione culturale e sociale è sinonimo di intelligenza.
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