Il Comitato Precari Uniti per la Scuola, in rappresentanza del personale precario della scuola, manifesta decisamente il proprio dissenso verso il nuovo concorso PNRR 2 per il reclutamento dei docenti, che il Ministero dell’Istruzione e del Merito si ostina a voler bandire nonostante la contrarietà espressa da tutto il mondo scuola attraverso comunicati stampa, manifestazioni, che hanno visto la partecipazione congiunta di lavoratori della scuola, studenti, sindacati e associazioni di categoria, invio di e-mail a rappresentanti politici e istituzionali, e incontri con il Ministero stesso.
Ci si chiede ancora una volta perché il Governo italiano non abbia valutato soluzioni che contemperassero gli obiettivi europei di occupazione e formazione con l’assorbimento del precariato scolastico, predisponendo invece un piano, quello relativo al PNRR, che sembra andare nella direzione opposta, mentre è in corso una procedura di infrazione contro l’Italia per l’abuso di contratti a termine.
Ci si chiede anche come sia possibile rispondere alle legittime istanze di stabilizzazione del precariato cronico con un nuovo inutile concorso ordinario per il reclutamento dei docenti, mentre l’Europa ci sta sanzionando. Non solo non si procede ad assumere per ridurre la precarietà, ma nella legge di bilancio la spending review tocca anche la scuola. Nel testo infatti si prevede che a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 l’organico degli insegnanti sarà ridotto di 5.660 posti, mentre per l’organico ATA la riduzione del numero dei posti sarà pari a 2.174 unità. Disposizioni che non tengono affatto conto del possibile abuso di contratti di lavoro a tempo determinato e delle condizioni di lavoro discriminatorie previste nei confronti del personale precario per i quali la Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea.
Dopo aver ascoltato per mesi il mantra che la colpa dei mali dei precari andava ricercata in Europa e nel PNRR, rei di imporre le assurde politiche di reclutamento nella scuola, mentre la stessa Europa ci riferiva chiaramente che è lo Stato membro ad avere competenza esclusiva sulle modalità di assunzione, ci si chiede, infine, alla luce di tutto ciò, quanto attendibile possa risultare l’ostentazione di fantasmagoriche trattative con la Commissione Europea finalizzate a ottenere una maggiore “flessibilità” assunzionale.
E’ora di dire basta! Siamo stanchi di ascoltare, occorrono fatti!
I Sindacati Confederali, se ambiscono ancora al ruolo di rappresentanti dei lavoratori, e la politica, quella che aspira ancora a prestare attenzione al buon senso e alle istanze della gente normale e dei più deboli, per garantire la principale ragione della sua esistenza, il bene comune, non indugino!
Servono scelte in grado di contrastare quella che Papa Francesco chiama “la cultura dello scarto”, una cultura che umilia, discrimina o lascia ai margini certe categorie di soggetti.
Il 31 di ottobre sarà il momento di essere di nuovo in piazza a Roma. Dopo la manifestazione del 12 ottobre, lo sciopero nazionale del 31 ottobre sarà una ulteriore occasione per gridare con forza NO AL PRECARIATO!
Basta scuse! Diciamo ancora una volta no al concorso PNRR 2 e no ai tagli del personale scolastico!
La formula per la stabilizzazione dei docenti precari il governo l’ha già sul tavolo, si chiama doppio canale di reclutamento, da attuarsi non prima che si sia realizzato il riallineamento della I fascia GPS, poiché alla più estesa platea di interessati è stata negata di fatto la possibilità di accedere all’abilitazione e pertanto ne risulterebbe svantaggiata. Ai precari storici va garantita la possibilità di abilitarsi e riconosciuta la legittima posizione nelle graduatorie prima dell’inizio di un processo di assunzioni da GPS.
Comitato Precari Uniti per la Scuola
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