Sembra che il tirocinio formativo attivo, come si appresterebbe a dichiarare la stessa ministra Giannini nei prossimi giorni, sarà sostituito da un concorso post laurea magistrale.
La ministra, scrive Il Fatto, illustrerà il piano nazionale di formazione dei maestri e dei professori, subito dopo i lavori sui decreti delegati previsto come da legge entro il prossimo mese di gennaio.
{loadposition bonus}
Sembra dunque che non ci saranno più tirocini formativi attivi: il ministero ha deciso di metterci una pietra sopra e di sostituirli con un concorso dopo la laurea che immetterà gli insegnanti in un percorso di tre anni: il primo sarà fatto di teoria sulla didattica in collaborazione con gli atenei, gli altri due anni tirocinio in una scuola.
Secondo i principi direttivi contenuti in delega non saranno più gli insegnanti a pagare l’abilitazione ma saranno i docenti ad avere una remunerazione durante il tirocinio. Il meccanismo, scrive sempre Il Fatto, è allo studio dei tecnici del ministero ma ciò che è certo è che ci troveremo di fronte ad una “graduale assunzione” e chi vincerà il concorso non potrà più pensare di avere subito un contratto a tempo indeterminato. Dovrà prima “lavorare” facendo esperienza.
Francesca Puglisi ha infatti dichiarato: “Dopo il concorso, a seguito dello scorrimento delle Gae, dovremo andare a vedere la fotografia dei bisogni della scuola e degli insegnanti e andremo ad individuare nuove soluzioni. Il Governo sta vagliando l’ipotesi di un tfa solo nelle classi di concorso esaurite. Non vogliamo continuare a far proliferare precariato non abilitato. Chi lavora a scuola deve avere la patente di insegnante in mano: il miglior laureato in matematica non è il miglior insegnante. C’è molta pressione da parte dei precari di terza fascia. L’intento è quello di dare un’opportunità man mano che i decreti attuativi vanno avanti”.
Per coloro che sono già abilitati, invece, non resterà che attendere i nuovi concorsi.