In caso di concorso selettivo, non è garantito che nessuno perderà il posto di lavoro soprattutto nelle piccole diocesi.
Ulteriori precisazioni
Art. 1 bis – Disposizioni urgenti in materia di reclutamento del personale docente di religione cattolica
1. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato a bandire, entro l’anno 2020, previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana, un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023.
2. Una quota non superiore al 50 per cento dei posti del concorso di cui al comma 1 può essere riservata al personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.
Abbiamo riportato nuovamente , per intero, l’articolo 1 bis, per avere maggiore chiarezza, infatti è lampante che il comma 1 prevede un bando di concorso per la copertura dei posti che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici 2020/21 – 2022/2023. Non essendoci nessuna dicitura specifica, il concorso sarà ordinario. Il comma 2: solo le trattative sindacali lo potranno chiarire.
Il 50% e non più della quota del comma 1 verrà riservata a chi ha 36 mesi di servizio, con che modalità? E’ ovvio che solo le trattative sindacali potranno declinare i criteri del bando, sarà la capacità di far valere la forza della rappresentatività per individuare le modalità di svolgimento del concorso.
A noi è ben chiaro che solo un concorso non selettivo senza voto minimo possa garantire la quota del 50%, con la previsione di una graduatoria ad esaurimento. In caso di concorso selettivo, personalmente non garantiremmo che nessuno perderà il posto di lavoro soprattutto nelle piccole diocesi.
La graduatoria di merito ha un senso, per quanto possa essere alto il punteggio di servizio, considerando che potranno partecipare anche gli Idr dei CFP e delle scuole paritarie, aumentando così il numero dei candidati. Se il nuovo concorso dovesse essere bandito subito, come alcuni vorrebbero, verrebbe parzialmente vanificata la possibilità dello scorrimento della graduatoria del 2004, solo alcuni potrebbero entrare in ruolo perché con il nuovo concorso la vecchia graduatoria verrebbe annullata e gli altri dovrebbero rifare il concorso. Qualcuno ci accusa di “sterili polemiche”, ma si faccia l’esame di coscienza quando al MIUR continua ad andare a sostenere che il concorso ormai è deciso e deve essere selettivo.
Le nostre ”sterili polemiche“ sono servite a tenere viva l’attenzione su un concorso che, nel 2017 stava per essere bandito come ordinario, con un lavoro sotterraneo di chi oggi accusa noi.
Noi non dimentichiamo il 2004!!! Quando alcuni dei sindacati rappresentativi hanno interpretato a loro piacimento un concorso che ha avuto i risultati che conosciamo. Se le nostra sono “sterili polemiche” le azioni e i comunicati di qualcun altro si chiamano tradimenti!
E cosa dire dei corsi di preparazione di un bando non ancora uscito?
Angela Loritto