Home Attualità Concorso riservato dirigenti scolastici: il “pasticciaccio brutto” di viale Trastevere

Concorso riservato dirigenti scolastici: il “pasticciaccio brutto” di viale Trastevere

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Non c’è davvero pace per il concorso per dirigenti scolastici del 2017 che potrebbe forse passare alla storia come il concorso pubblico più discusso e più contestato.

La notizia dell’ultima ora è che il PD ha predisposto una interrogazione formale da presentare quanto prima in Parlamento per sapere se il ministro Valditara non ritenga di intervenire al più presto per rivedere la valutazione dei titoli procedendo alla riparametrazione in maniera proporzionale.
Il problema, come abbiamo avuto già modo di  riferire, riguarda il fatto che il bando del 2017 prevedeva fino ad un massimo di 200 punti per le due prove (scritto e orale) e 30 punti per i titoli; per i docenti che stanno partecipando al concorso riservato che dovrebbe consentire l’immissione in ruolo di nuovi dirigenti a partire dal prossimo settembre, il Ministero ha confermato la medesima tabella per il calco del punteggio.

Ma c’è un ma perché il riservato prevede che il punteggio delle prove venga calcolato in decimi e non in centesimi e questo, ovviamente, stravolge completamente le graduatorie finali, sopravvalutando oltre misura il punteggio dei titoli.
In proposito va anche detto che una norma generali valida per tutti i concorsi pubblici stabilisce che il punteggio dei titoli non può mai superare il valore di un terzo del punteggio massimo.

“Ci domandiamo – sostengono i parlamentari del PD – se il Ministro ritenga legittimo applicare senza alcun adattamento la tabella allegata al concorso del 2017 alla procedura concorsuale riservata del 2023, il cui punteggio è definito in decimi. Si tratta di una scelta illogica ed irragionevole che si scontra anche con quanto espresso nel parere pronunciato dall’Avvocatura di Stato che ha indicato come necessaria la riparametrazione del punteggio dei titoli”.

Di “pasticciaccio di viale Trastevere” parla la direzione del Partito socialista, “pasticciaccio” ai danni della scuola pubblica che finirà per penalizzare gli aspiranti dirigenti scolastici che hanno partecipato al concorso riservato.

“Il PSI – ricordano Enzo Maraio e Luca Fantò, rispettivamente segretario nazionale e responsabile nazionale scuola del partito – era già stato protagonista a fianco degli aspiranti Dirigenti Scolastici danneggiati dalle incoerenze emerse dal Concorso del 2017, svoltosi nel 2018. Anche allora il dicastero di viale Trastevere era guidato da un leghista. Allora il ministro Bussetti, oggi il ministro Valditara”.

Nei giorni scorsi la senatrice Ella Bucalo (FdI) era intervenuta per rivendicare l’assoluta correttezza dell’operato del Ministero ma non la pensano allo stesso modo i diversi comitati che stanno protestando.
Il “Gruppo Idonei concorso DS che stanno dalla parte della Legge”, per esempio, osserva che “in merito alla valutazione titoli concorso DS, esistono norme di rango primario (art. 8 DPR 487/1994, legge 56/2019) e sentenze definitive che fissano il massimo valutabile dei titoli (1/3 del totale graduatoria) e condannano le Amministrazioni inadempienti”.
“Ci auguriamo – sottolinea ancora il Gruppo – che il Ministero dell’Istruzione e del Merito agisca secondo la norma ed eviti le sicure soccombenze alle quali una diversa interpretazione lo condannerebbe”.