La legge di bilancio 2019, fra gli interventi previsti per la scuola e l’istruzione, prevede una riforma del reclutamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Adesso che le manovra è stata approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, possiamo dunque analizzare i punti che riguardano proprio il reclutamento di nuovi docenti della scuola secondaria.
In base alla riforma del reclutamento presente in legge di bilancio, al prossimo concorso docenti potranno partecipare anche i precari storici con almeno 3 anni di servizio negli ultimi otto. Questi partecipanti avranno una riserva del 10% dei posti totali sul concorso ordinario per laureati non abilitati.
Ne consegue, che per questi docenti precari non è previsto, al momento, nessun concorso riservato ai precari almeno con 36 mesi di servizio, diversamente da quanto espresso dai decreto attuativo alla legge 107.
E’ bene però chiarire che su questo bisogna mantenere una certa incertezza, nel senso che le cose potrebbero anche cambiare.
I sindacati hanno posto infatti l’attenzione in merito, evidenziando come questa impostazione del reclutamento vada a penalizzare, ancora una volta, chi da anni lavora a scuola da precario.
Anche alcuni parlamentari, come il senatore leghista Mario Pittoni, hanno fatto intendere che la questione non è ancora chiusa: “Sui docenti precari ricordo per l’ennesima volta che non c’è alcuna decisione definitiva. Il Miur sta approfondendo la questione”, scriveva Pittoni qualche giorno fa su Facebook.
Arrivano già in redazione quesiti da parte di molti aspiranti partecipanti al concorso che hanno alle spalle servizio da precario. Questi, chiedono come calcolarlo in modo corretto ai fini di capire se rientrano nei requisiti.
Prima di tutto, ricordiamo che un anno di servizio, è valido quando si raggiungono i 180 giorni.
Questo vuol dire che per partecipare al prossimo concorso, secondo quanto riporta l’articolo 11, comma 14, del legge 3 maggio 1999 n. 124., bisogna aver prestato servizio, anche non continuativo, per almeno 180 giorni in un anno scolastico.
In alternativa, sarà considerato valido il servizio dal 1/02 al termine degli scrutini o esami. Tali giorni di servizio obbligatori, ricordiamo, devono essere stati svolti negli ultimi 8 anni, alla data di scadenza del bando.
Infine, bisogna anche ricordare che per questi candidati con tre annualità di servizio negli ultimi otto anni non sono richiesti i 24 CFU e potranno concorrere in una delle classi di concorso in cui hanno lavorato almeno 1 anno.
L’intenzione del Governo è quella di emanare il primo concorso dopo la riforma già nel 2019. In base a quanto anticipato da fonti parlamentari non è escluso che il bando di concorso del 2019 possa arrivare già prima dell’estate, anche se ovviamente, come l’esperienza insegna, il tutto potrebbe posticiparsi oltre.
Infatti, i tempi necessari per redigere e pubblicare decreto ministeriale e bando di concorso, allegati compresi, potrebbe richiedere diversi mesi.
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