La legge di bilancio 2019, fra gli interventi previsti per la scuola e l’istruzione, prevede una riforma del reclutamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Adesso che le manovra è stata approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, possiamo dunque analizzare i punti che riguardano proprio il reclutamento di nuovi docenti della scuola secondaria.
Uno dei punti punti importanti da evidenziare del prossimo concorso scuola secondaria, il cui bando potrebbe arrivare già prima dell’estate, è quello relativo ai requisiti per partecipare. Per accedere alla procedura concorsuale, infatti, basterà essere laureati e possedere i 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.
Pertanto, i prossimi candidati a diventare insegnanti per la scuola secondaria di primo e secondo grado non dovranno possedere alcuna abilitazione. E questo segna un passo importante nei confronti del passato, che ha visto l’indizione di concorsi dedicati a chi era in possesso dell’abilitazione, come nel caso del 2016.
Questo vuol dire che ci si aspetta una platea particolarmente ampia per il prossimo concorso. Un esercito di laureati che vorrebbe entrare a far parte del mondo della scuola.
E’ stato Marco Bussetti, nel corso del congresso della Confsal, a ribadire il concetto che l’abilitazione all’insegnamento non sarà più requisito necessario per partecipare al concorso: “è giunto il momento di dare spazio ai giovani docenti: prima erano necessari tre anni per diventare insegnante, ora si vince il concorso e si entra in ruolo. Chi non lo vince ma non lo supera resta abilitato. Eliminiamo i corsi che erano un salasso e anche un impegno”.
Il costo dei corsi, in effetti, non era da poco, sia per i partecipanti (circa 3 mila euro), sia per lo Stato che in tali occasioni deve reperire commissari e presidenti di commissione, oltre che incaricare una serie di esperti per sovraintendere il concorso, più le spese vive per svolgerlo.
L’intenzione del Governo, come scritto in precedenza, è quella di emanare il primo concorso dopo la riforma già nel 2019. In base a quanto anticipato da fonti parlamentari non è escluso che il bando di concorso del 2019 possa arrivare già prima dell’estate, anche se ovviamente, come l’esperienza insegna, il tutto potrebbe posticiparsi oltre.
Infatti, i tempi necessari per redigere e pubblicare decreto ministeriale e bando di concorso, allegati compresi, potrebbe richiedere diversi mesi.
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