C’è molta attesa per la scuola secondaria, per la quale è previsto un concorso il cui bando potrebbe arrivare probabilmente fra l’estate e l’autunno.
Questo concorso seguirà le modifiche apportate dalla legge di bilancio 2019 sul reclutamento degli insegnanti.
La riforma del reclutamento
La riforma del reclutamento prevede la possibilità di concorrere in un’unica regione e per una sola classe di concorso “distintamente” per il primo e secondo grado e per i posti di sostegno.
Si formerà una graduatoria di vincitori che avrà valenza biennale, così come sarà biennale l’indizione delle procedure concorsuali.
La graduatoria sarà composta da un numero di candidati pari, al massimo, ai posti messi a concorso. Pertanto non sono previsti idonei.
I posti verranno banditi in base al fabbisogno regionale, quindi è possibile che in alcune regioni non si attivino le procedure concorsuali, in base a quanto riferito dallo stesso ministro Bussetti.
A quante procedure possono partecipare i candidati
E’ bene sottolineare come ciascun candidato potrà partecipare fino a quattro procedure. Ciò vuol dire che si potrà fare domanda per:
– per una sola classe di concorso della scuola secondaria di primo grado
– per i posti di sostegno della scuola secondaria di primo grado
– per una sola classe di concorso della scuola secondaria di secondo grado
– per i posti di sostegno della scuola secondaria di secondo grado
Posti di sostegno: serve la specializzazione
Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti inerenti i posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.
Infatti le prove del concorso per il sostegno prevedono conoscenze specifiche che si presuppone siano già state apprese al corso di specializzazione.
Ma come fare se sto ancora frequentando il corso di specializzazione del 2019?
Vi è la possibilità che chi parteciperà al corso di specializzazione di quest’anno, potrebbe accedere con riserva al concorso docenti 2019, il cui bando dovrebbe uscire entro il 2019, quindi prima della conclusione del corso di specializzazione sul sostegno, che dovrà concludersi entro febbraio 2020.
Si tratta, è bene precisare, di un’ipotesi, che dovrà trovare riscontro nel futuro bando del concorso 2019, ma che a parere di chi scrive potrebbe essere verosimile dato che lo scorso concorso docenti 2018 riservato ai soli abilitati, aveva previsto tale ammissione con riserva.
Ci si aspetta, dunque, che per il prossimo concorso si agisca in tal senso, anche per non penalizzare gli oltre 14mila specializzandi che potrebbero sin da subito dare manforte alle cattedre vuote sul sostegno.
Dopo il concorso niente FIT: solo un anno di formazione e prova
Una volta vinto il concorso, il docente inizierà un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, cioè una volta vinto il concorso, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
Pertanto, è stato abolito il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.
Concorso aperto a tutti i laureati
Al prossimo concorso a cattedra, il cui bando è previsto entro l’estate, potranno partecipare tutti i laureati, ovvero i candidati in possesso della laurea magistrale ma privi di abilitazione. A questo requisito, tuttavia, deve essere aggiunto il possesso dei 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.
LA RIFORMA DEL RECLUTAMENTO NELLA LEGGE DI BILANCIO
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