Grande intoppo per quasi 800 aspiranti docenti che lo scorso 22 giugno hanno sostenuto la prova per acquisire i 24 CFU (Crediti Formativi Universitari), necessari per accedere ai concorsi ordinari della scuola, presso l’Università di Bologna. Questo è ciò che riporta La Repubblica oggi, 27 giugno, 5 giorni dopo la somministrazione dell’esame.
A quanto pare, secondo una denuncia esposta lo scorso 24 giugno all’ateneo, i candidati alla prova, 750, erano già a conoscenza dei quesiti che sarebbero stati loro sottoposti ancora prima di accedere ai locali per sostenerla. “Circolavano già le domande prima dell’esame”, recita il messaggio.
A commentare lo spiacevole accaduto è stato il Prorettore alla Didattica dell’Alma Mater Roberto Vecchi. “La denuncia che ci è arrivata venerdì scorso era molto dettagliata. Di qui la decisione – spiega – di annullare la prova che sarà rifatta prima di una nuova prova già fissata a settembre. Purtroppo è un caso increscioso, stiamo facendo gli approfondimenti per capire bene cosa sia successo. Vogliamo tutelare gli studenti che hanno partecipato cercando di rifare una prova di recupero in tempi brevi”.
Le domande dell’esame in questione, come riporta La Repubblica, vertevano su quattro ambiti: pedagogia, psicologia, antropologia, metodologie e tecnologie didattiche. I quesiti, preparati dai docenti titolari delle discipline, sono stati proposti ai candidati in modo casuale da un sistema gestito dall’azienda Selexi. Proprio a quest’ultima e poi agli uffici amministrativi dell’ateneo uno studente o una studentessa ha segnalato la diffusione, tra i candidati, di file contenenti le domande dell’esame prima del suo svolgimento.
Secondo l’associazione Sinistra Universitaria il problema sorgerebbe dal fatto che il sistema in questione propone, in ordine ovviamente sparso, le stesse domande da 5 anni. Non si è trattato quindi di un furto informatico come ha ipotizzato il personale dell’ateneo: semplicemente, se preparati sulla base delle domande proposte negli esami degli anni precedenti, per i candidati non è difficile incappare in un quesito già a loro abbastanza noto.
Per questo l’associazione studentesca chiede la revoca del provvedimento di annullamento. “Se l’azienda a cui è appaltato lo svolgimento delle prove d’esame presenta da 5 anni sempre le stesse domande (solo 100 per ogni materia) la colpa non è certo della componente studentesca, che non ha comunque modo di sapere se le domande di cui dispone saranno effettivamente quelle della prova”, così Sinistra Universitaria.
Il prorettore, dal canto suo, sta cercando di calmare gli animi e promette di indagare sulla faccenda: “Stiamo facendo approfondimenti per capire come sono state messe insieme le informazioni sul test, il tema è delicato ed è da affrontare con serenità. Questo incidente di percorso deve essere visto come un’opportunità per migliorare il sistema. Se ci sono responsabilità emergeranno: per ora è un campanello d’allarme”, ha concluso.
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