Lunga intervista al Fatto Quotidiano per il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
Giovedì il ministro ha reso note le materie della seconda prova della maturità: “Voglio parlare direttamente con gli studenti, utilizzare mezzi e linguaggi vicinia loro. E che sia chiaro che non esistono scuole di serie B. È un messaggio: gli studenti meritano tutti la stessa attenzione e vanno messi al centro del sistema scolastico”.
E sulle classi pollaio afferma: “Da deputata ha presentato una proposta di legge per ridurre il numero di studenti per classe. So per esperienza che è difficile lavorare in classi di 28-30 persone, ancora di più se ci sono ragazzi con disabilità o bisogni educativi speciali. Ci sono norme molto belle che prevedono la personalizzazione dell’insegnamento in base all’alunno, ma insegnare in trenta modi diversi è difficile. È chiaro che non è una misura immediatamente realizzabile, ma si può iniziare. Ho inserito nel Milleproroghe l’obbligo di non avere più di 20 studenti in una classe in cui ci siano disabili, spero il Parlamento condivida. Un primo passo verso la totale abolizione delle classi pollaio, per cui serve tempo”.
E su Fioramonti: “Ha perso una occasione enorme, non tutti i giorni la vita ti da la possibilità di essere ministro dell’Istruzione, di formare le generazioni. Lo dico con rammarico. Se vuoi migliorare la scuola e dare una mano lo fai meglio da deputato o da ministro? Poi, governare un ministero significa avere concretezza, stare qui dalla mattina alla sera, all’inizio anche 20 ore al giorno. È fondamentale. Prima lavori, poi fai gli annunci, se c’è qualcosa da annunciare. La cosa positiva è che l’istruzione è stata portata al centro del dibattito”.
E sui fondi: “Stare qui ti permette di aprire tanti cassetti e vedere cosa è stato speso e cosa no. Lo sto facendo, ci sono molte risorse inutilizzate e soldi dell’Ue che tornano indietro. Formeremo il personale e i docenti per farlo”,
Sui diplomati magistrali: “Già nel decreto Dignità avevamo previsto un concorso straordinario. Chi l’ha fatto è entrato in graduatoria e la maggior parte è passata di ruolo. Chi non aveva i requisiti potrà partecipare a quello ordinario per la primaria che spero di bandire a febbraio. Inoltre avrebbero potuto fare anche quello del 2016. Insomma, tre concorsi in quattro anni credo siano abbastanza”.
Sulle GaE: “Resteranno chiuse, si chiamano così per un motivo. Il mio obiettivo è assumere le persone, non farle entrare in una graduatoria e chissà quando verranno assunte. Per velocizzare il tutto faremo una call regionale. Per i posti rimasti scoperti e senza docenti di ruolo, cosa che accade soprattutto al Nord, gli uffici scolastici regionali faranno una cali veloce e saranno messi a bando in pochi giorni. Sarà volontario, non ci sarà un obbligo”.
Sui concorsi: “So solo che i bandi per assumere gli insegnanti sono praticamente pronti. Quello di ieri era un tavolo tecnico in cui avevamo accolto gran parte delle richieste. Ho letto con sorpresa della minaccia di mobilitazione”.
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