Continuano le indicibili discriminazioni culturali e professionali
perpetrate dalla Ministra dell’Istruzione On. Lucia Azzolina, nei
confronti dei Diplomati in strumento jazz, già esclusi dall’insegnamento del proprio strumento all’interno dei Licei Musicali a causa dell’assenza delle specifiche Classi di Concorso, ed ora anche dalla possibilità di insegnare nelle Scuole secondarie di I grado.
E pensare che proprio Azzolina, quando a ricoprire la carica di Ministro dell’Istruzione era l’on. Marco Bussetti, fu in prima linea per perorare le istanze dei Diplomati in Jazz, firmando un’Interrogazione Parlamentare (n° 4/00351), nella quale, a causa della mancanza delle classi di concorso, scriveva espressioni di tale levatura: “lacuna normativa”, “errori materiali”, “necessità di integrazione”, “revisione del Decreto 19 del 2016”. Ed ancora: e pensare che lo scorso 16 Gennaio,
all’interno di un Convegno sul tema “Jazz e Licei Musicali”, tenutosi presso un’aula del Senato della Repubblica, a suo nome fece presiedere l’attuale Capo Dipartimento del MIUR (Dott. Max Bruschi), facendogli promettere la risoluzione della problematica entro 6 mesi (Video: https://youtu.be/g7PP1opHmJw).
Il Ministro Azzolina, dunque, ora che potrebbe fare, non fa (forse
esiste solo la DAD), e disinteressandosi alla problematica, sta di fatto negando un altro importantissimo sbocco professionale ai Docenti diplomati in Jazz, sottraendo loro anche la possibilità di partecipare ad alcun imminente Concorso Scuola.
A riguardo, non ci sono spiegazioni plausibili a questa “dimenticanza”, in quanto non sono chiare le motivazioni per le quali i suddetti docenti non avrebbero nemmeno le competenze per insegnare nella Secondaria di I Grado.
Ci sarebbe da ricordarle che, secondo il DM n.201 del 6 Agosto 1999 e specificatamente nell’Allegato A (Programmi d’Insegnamento),tra gli orientamenti formativi, obiettivi di apprendimento, nonché nei contenuti e competenze fondamentali, si fa riferimento all’acquisizione (per lo studente) di un’alfabetizzazione musicale di base.
Perché dunque, anche in questa circostanza, il diplomato in strumento jazz ne è ulteriormente escluso? Si vuole sostenere la tesi che tali docenti, non possiederebbero neanche le basi dell’alfabetizzazione musicale? Non saprebbero, dunque, insegnare una scala, degli accordi, semplici melodie, etc…, tanto da non poter concorrere nemmeno nella C.d.C A056 (Strumento nella scuola secondaria di primo grado)?
Tra l’altro, nel programma di studio di pianoforte, è paradossalmente richiesto al docente di insegnare, tra le varie aree, (si riporta fedelmente) anche degli “standard jazzistici con sigle realizzate dall’alunno, etc..”
Insomma, tutto ciò, non solo si delinea come un paradosso, ma anche come una gravissima lesione della dignità di una grande comunità di professionisti costituenti uno dei più importanti comparti culturali della nostra nazione.
Viene anche da pensare che quelle, oramai remote, azioni politiche che la Ministra intraprese a sostegno di quello che oggi è il “COORDINAMENTO NAZIONALE PER IL RIPRISTINO DEI CORSI JAZZ NEI LICEI MUSICALI”, fossero solo occasione di spicciola propaganda politica (fino a prova contraria).
Pertanto, il COORDINAMENTO, sempre in attesa e nella speranza di essere ascoltato e accolto dalla Ministra, sta avviando un ricorso avverso a questa disdicevole situazione, affinché i Docenti diplomati in strumento jazz, possano avere pari diritti ed opportunità professionali dei colleghi diplomati in strumento ad indirizzo classico, e partecipare, dunque, al Concorso scuola per il proprio specifico strumento. Il passo successivo sarà quello di puntare alla Corte Europea.
Coordinamento nazionale per il ripristino dei corsi jazz
nei licei musicali
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