Beffa al Tar Lombardia per due docenti salentini. Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, a causa di un errore nella compilazione della domanda di partecipazione a un concorso docenti, hanno perso l’opportunità di entrare di ruolo. Il consulente sindacale incaricato di assisterli ha inserito nella documentazione la sigla della loro classe di concorso di origine, anziché quella del sostegno (Adss) a cui stavano partecipando.
Il Tar Lombardia (Sezione Quinta) ha respinto il ricorso, ribadendo che non si può ricorrere al “soccorso istruttorio” per sanare errori materiali commessi dai candidati. La giurisprudenza sottolinea il principio di autoresponsabilità, soprattutto nei concorsi pubblici, per garantire la parità di trattamento e la rapidità delle procedure. I due docenti, pur avendo insegnato sostegno per cinque anni, sono stati considerati non idonei come “triennalisti” (ossia con almeno tre anni di esperienza sul sostegno).
A causa della svista, i due insegnanti sono stati superati in graduatoria da candidati con punteggi inferiori. Le loro richieste, inoltrate tramite decine di PEC alla commissione, non hanno sortito alcun effetto. Nonostante abbiano documentato che gli anni dichiarati fossero effettivamente svolti come docenti di sostegno, l’errore formale ha avuto la meglio.
Oltre alla delusione professionale, i due docenti dovranno affrontare le spese legali del ricorso al Tar, che si aggiungono ai costi già sostenuti per specializzazioni, certificazioni e crediti formativi. La possibilità di presentare appello resta, ma intanto dovranno partecipare nuovamente ai concorsi banditi dallo Stato.