Non vede tregua il contenzioso che ha investito il concorso ordinario per i docenti di scuola secondaria, a causa delle decine di quesiti errati riscontrati nell’archivio predisposto dalla Commissione nazionale nominata dal Ministero dell’Istruzione.
Se nelle ultime settimane dai corridoi di viale Trastevere si è tentato di correre ai ripari, intervenendo in autotutela con la rettifica dei punteggi dei candidati penalizzati dai quesiti errati, il Tribunale amministrativo del Lazio, innanzi al quale pendono diverse centinaia di ricorsi, non ha esitato a farsi sentire.
In occasione dell’udienza del 2 agosto scorso, nella quale si è discusso, tra gli altri, un ricorso riguardante un quesito errato per la classe di concorso AM56 – Violino, era stato rappresentato in giudizio che il Ministero, con nota del nota del 28.06.2022 prot.24921, aveva rilevato che si era reso necessario provvedere ad una rettifica del punteggio delle prove scritte per la classe di concorso AM56, a causa della presenza di un errore nella domanda n. 37, segnalato con nota del Presidente della Commissione Nazionale del 16.06.2022.
In seguito a detta segnalazione, il Ministero ha quindi provveduto alla rettifica dei punteggi in favore dei concorrenti penalizzati dalla presenza del questo quesito errato.
In sede di giudizio, a fronte della rettifica operata dal Ministero, il TAR non ha potuto fare altro che prendere atto dell’intervenuta cessazione della materia del contendere.
Tuttavia, l’avv. Dino Caudullo che assisteva il ricorrente, ha rilevato che l’ammissione da parte del Ministero dell’erroneità del quesito, e la conseguente rettifica del punteggio nei confronti di chi era stato ingiustamente penalizzato, è intervenuta con grave e colpevole ritardo, ossia ben oltre il termine decadenziale per la proposizione del ricorso giurisdizionale, costringendo quindi quanti, come il ricorrente, erano stati inizialmente ingiustamente esclusi dalla procedura, a sostenere le spese (onorari di avvocato e contributo unificato) per la proposizione del ricorso.
Condividendo la tesi difensiva dell’avv. Dino Caudullo, il Tribunale Amministrativo ha quindi ritenuto che il Ministero dovesse ritenersi in ogni caso soccombente in giudizio, condannandolo al pagamento delle spese processuali.
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