Non saranno brevi i tempi di attuazione del concorso riservato precari con tre anni di servizio nella scuola statale secondaria per circa 24 mila posti, frutto dell’accordo raggiunto sul precariato nella serata dell’11 giugno.
Bisognerà infatti prima di tutto attendere che il testo venga approvato, come emendamento, con il cosiddetto decreto Crescita, ora all’esame di Palazzo Madama e destinato ad essere rivisto anche dalla Camera, proprio per via delle diverse modifiche introdotte al Senato.
Una volta legiferato il testo, questo si dovrà tradurre in un decreto ministeriale e successivamente (entro 60 giorni) nel bando di concorso.
Solo a quel punto, i candidati potranno presentare la loro candidatura ed in genere il tempo dedicato a questa fase è di 30 giorni.
Il concorso, tuttavia, non si svolgerà solo sulla base di titoli conseguiti e servizi svolti: una volta raccolte le adesioni, l’amministrazione scolastica sarà tenuta a predisporre delle commissioni, alle quali si affiderà l’organizzazione e il buon andamento di una prova scritta, da svolgere al computer, per la quale sarà prevista una soglia di punteggio minimo, e una verifica anche orale non selettiva.
E gli esaminatori dovranno verificare le competenze di decine di migliaia di candidati: tenendoci “stretti”, se per esempio in ogni scuola dovessero aderire al concorso riservato tra i cinque e i dieci precari, ci ritroveremmo tra i 40 mila e gli 80 mila candidati.
Terminato lo svolgimento delle due prove, i commissari avranno l’onere, infine, di sommare i punteggi a quelli derivanti da titoli e servizi.
Solo a quel punto si formeranno le graduatorie di merito utili anche alle immissioni in ruolo, in subordine a quelle dei concorsi precedenti.
Ora, pensare che tutto questo possa avvenire prima di un anno appare a nostro avviso davvero arduo. È molto probabile, quindi, che i vincitori del concorso riservato 2019 possano concorrere alle immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2019/20.
Ancora più lunga, infine, si prospetta l’iter del concorso ordinario destinato a tutti i laureati in possesso dei requisiti previsti dalla disciplina vigente, fra cui 24 crediti formativi in ambito antropo-psico-pedagogico e metodologie e tecnologie didattiche.
Solo nella migliore delle ipotesi, infatti, i concorsi ordinari si concludono entro un anno dall’uscita del bando.
Anche in questo caso, si prevede un’adesione maxi. Oltre a tanti giovani laureati e precari in erba, è probabile che a tentare la strada del “concorsone” siano anche una buona percentuale di supplenti storici. La procedura riservata, infatti, ne stabilizzerà “solo” 24 mila: mentre in lista di attesa ve ne sono molti di più
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