La questione reclutamento attende di essere risolta in modo definitivo: sappiamo infatti che dei 48 mila posti destinati per intero alla scuola secondaria, la metà confluiranno in una procedura straordinaria non selettiva, mentre il resto sarà lasciato per un concorso scuola ordinario destinato a reclutare nuovi giovani insegnanti.
In questo articolo facciamo chiarezza proprio su questo contingente.
Prima di tutto, bisogna evidenziare che i titoli di accesso all’insegnamento costituiscono il requisito base per accedere nella scuola italiana.
Nell’ordinamento scolastico non è consentito l’accesso all’insegnamento con la laurea di primo livello; è necessario, infatti, conseguire una laurea di secondo livello (specialistica o magistrale).
Risulta evidente che in base al titolo di studio l’aspirante docente può insegnare una disciplina oppure un’altra. Come fare per capirlo?
A tal proposito, la Cisl Scuola, ad esempio, ha messo a disposizione un utile documento che mette in corrispondenza le classi di concorso con gli indirizzo di studio nella scuola secondaria.
La novità principale del prossimo concorso scuola 2019 per la secondaria, è proprio il fatto che potranno partecipare tutti i candidati in possesso della laurea magistrale ma privi di abilitazione. A questo requisito, tuttavia, deve essere aggiunto il possesso dei 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.
Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti dei posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.
Saranno moltissimi i neolaureati, che senza abilitazione potranno accarezzare l’idea di superare un concorso e dopo alcuni mesi sedersi in cattedra ancora in giovane età.
Chi vincerà il concorso scuola secondaria, accederà ad un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, ovvero, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
E’ stato abolito, infatti, il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.
Un punto molto importante su cui bisogna soffermarsi è quello relativo al fatto che il concorso sarà bandito entro il 2019, forse entro l’estate mentre le assunzioni dei vincitori però saranno effettuate a settembre 2020.
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