Come riportato in precedenza, il bando del concorso scuola 2019 per la scuola secondaria non sarà pubblicato entro l’estate, ma, come dichiaratoda ministro Bussetti, il concorso docenti 2019 per scuola secondaria arriverà non prima dell’autunno.
L’attenzione per questo concorso è duplice: da un lato i precari con 36 mesi di servizio che vogliono partecipare al concorso scuola straordinario di 24 mila posti, dall’altro, i giovani laureati con i 24 CFU ed i diplomati ITP che attendono la procedura ordinaria per 24 mila posti.
In questo articolo ci soffermiamo sui diplomati ITP che vogliono partecipare al concorso docenti 2019. Questi candidati, infatti, potranno accedere con il solo requisito del diploma: gli insegnanti tecnico-pratici sino al 2024/2025 potranno partecipare alle procedure concorsuali con il solo titolo di studio del diploma e senza l’obbligo del conseguimento dei 24 CFU.
Tuttavia, dopo l’anno scolastico 2024/2025, se non dovesse intervenire alcuna modifica legislativa, per gli ITP che vogliono partecipare al concorso scuola sarà richiesta la laurea oppure un diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di primo livello, o in alternativa, un titolo equipollente o equiparato, in coerenza con le classi di concorso vigenti al momento dell’indizione del concorso, oltre ad i 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.
Non mancano a volte le critiche relative al fatto che i diplomati ITP possano accedere al concorso scuola 2019 solo con il titolo del diploma. Ma la normativa parla chiaro: gli ITP dal punto di vista professionale sono equiparati, secondo le normative vigenti, ai docenti laureati sia per quanto riguarda la valutazione sia per quanto riguarda il voto in sede di scrutinio. Essi sono perfettamente autonomi per quanto riguarda lo svolgimento delle attività didattiche.
Chi supererà il concorso scuola 2019, quindi anche i diplomati itp, accederà ad un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, ovvero, il docente sarà chiamato a frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
Questo aspetto lo sottolineiamo perché è stato abolito, il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.
Infine, un ultimo aspetto su cui soffermarsi è quello relativo alle assunzioni: come accennato in precedenza, il concorso dovrebbe essere bandito entro l’anno, le prove nei primi mesi del 2020 e, forse, se tutto dovesse andare secondo le tempistiche, entro le assunzioni dei vincitori però saranno effettuate a partire da settembre 2020.
L’insegnante tecnico pratico è quel docente che lavora negli istituti tecnici e professionali italiani.
Il titolo di studio richiesto per insegnare è il diploma di Maturità di tipo tecnico o professionale oppure il diploma di Istituto Tecnico Superiore, titolo che viene rilasciato soltanto da alcuni istituti tecnici al termine di corsi biennali di formazione professionale altamente tecnologica post-diploma. Per accedere a questi corsi biennali, è sufficiente un qualsiasi diploma.
Spesso la figura viene confusa dall’assistente tecnico di laboratorio, ma lè bene tracciarne le differenze: l’assistente si occupa della gestione del laboratorio e del supporto alle esercitazioni che vengono richieste proprio dal docente ITP, che svolge il ruolo di insegnante a tutti gli effetti.
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