Buongiorno,
ho partecipato lunedì alla procedura concorsuale per la classe A027. Ho totalizzato 68 e mi ritengo davvero soddisfatta. I quesiti, pur adeguati alla prova, richiedevano più tempo rispetto a quello che ci è stato fornito. Qual è il senso di non farci ragionare un minimo, dando due minuti a domanda?
Minuti che in alcuni esercizi erano necessari per leggere il testo e impostare il ragionamento. Qual è il senso di non farci usare la calcolatrice scientifica, strumento consentito anche in sede di esami universitari? Mi sono laureata in fisica e mai ci sono state sottoposte prove a crocette a tempo. Non è questo il senso di queste discipline e onestamente non è quello che insegno ai miei studenti.
Forse chi ha preparato questi test, visti i risultati, dovrebbe chiedersi se il sistema universitario italiano non dia una formazione adeguata, oppure se i non adeguati siano loro. Vorrei anche rispondere a chi, in modo un po’ arrogante, ritiene che il concorso per docenti debba avere un livello universitario e, quindi, la “colpa” sia dei docenti non preparati (opinabile viste alcune domande di ieri comunque).
Potrei essere d’accordo. Ma allora anche la prova deve essere sottoposta nelle condizioni in cui si svolgono gli esami all’università. E non mi è sembrato così ieri. Quando il 70/80% non passa un concorso, forse qualche domanda al ministero dovrebbero porsela. L’Italia resta un paese non meritocratico nei percorsi post-universitari rispetto ad altri paesi in Europa. E lo dico per esperienza personale.
Francesca Farina