Continuano le proteste dei docenti che stanno partecipando al concorso per discipline STEM.
La stragrande maggioranza dei docenti coinvolti fa osservare che le prove sono troppo difficili e il tempo a disposizione troppo poco.
Dai territori arrivano racconti allarmati e allarmanti: c’è chi racconta di aver svolto l’esame con un gruppo di altri 15-20 colleghi, con uno o due “promossi”.
Secondo i dati, per ora ufficiosi, divulgati dall’Anief sembra che ad aver superato le prove sia solamente un candidato su 3, forse neppure.
Molti affermano che a questo punto è del tutto evidente che il concorso è congegnato in modo tale da bocciare quasi tutti per continuare a coprire le cattedre con docenti precari.
Per la verità bisognerebbe però fare qualche conto più preciso.
Prendiamo ad esempio la classe di concorso A28 (matematica e scienze nella secondaria di primo grado): si sono iscritti in 39mila per poco più di 3mila posti; quindi, al di là della difficoltà o facilità della prova era chiaro già dal primo momento che lo avrebbe superato un candidato su 13.
Se anche 30mila docenti riuscissero a superare la prova scritta, la selezione verrebbe poi fatta con la prova orale e quindi complessivamente non cambierebbe molto.
In totale, per le 5 classi di concorso sono in palio poco più di 6mila cattedre con un totale di 60mila candidati; 54mila di loro, dunque, non avranno comunque un posto di ruolo anche se potrebbero però conseguire l’abilitazione.
Le proteste riguardano anche un altro problema, quello del punteggio minimo per poter superare la prova, fissato per legge (il decreto 73 del 25 maggio scorso) in 70 centesimi.
“Ma la sufficienza – dicono molti – è 60 e quindi non si capisce perché dovrebbe essere necessario arrivare a 70”.
“Faremo ricorso”, aggiungono altri.
Lo stesso problema era stato sollevato anche in concorsi precedenti ma il TAR non ha mai dato ragione ai ricorrenti osservando che rientra nella discrezionalità dell’Amministrazione stabilire i criteri per il superamento delle prove concorsuali.