Il concorso straordinario bis, come abbiamo già chiarito, si basa su una prova orale unica di carattere disciplinare che si svolgerà comunque anche entro una cornice didattica. L’interrogativo che si pongono molti aspiranti docenti è il seguente: al candidato verrà chiesto di simulare una lezione in forma di unità didattica (UD) o di unità di apprendimento (UdA)?
A rispondere, il nostro esperto di didattica e pedagogia, il professore Giovanni Morello, nella diretta dell’11 luglio. Ci spiega Giovanni Morello: l’Unità di apprendimento è più complessa dell’unità didattica, dunque, sebbene sia più corretto simulare una lezione in forma di unità di apprendimento, è difficile che nei pochi minuti a disposizione dei candidati (in Toscana addirittura l’esame si svolge in soli 10 minuti a candidato) si possa chiedere di lavorare ad una UdA. Probabilmente dunque ci si limiterà a chiedere di simulare una lezione in forma di unità didattica. Il punto è che il docente deve avere chiara la differenza tra le due cose.
“L’unità didattica ha una funzione istruttiva, il suo fine è quello di trasmettere conoscenze e abilità agli allievi. L’unità didattica – spiega il professore – può essere sia disciplinare che interdisciplinare ma l’idea è sempre quella di trasmettere delle conoscenze, dunque il docente progetterà una UD studiando una situazione di partenza, stabilendo degli obiettivi, predisponendo i materiali e così via.”
“Dagli anni ’90 in poi, con la raccomandazione europea del 2006, si è fatto strada il requisito delle competenze. Le conoscenze e le abilità non bastano, sono i mattoni fondamentali, ma la casa si costruisce con le sfide reali che la vita porrà sempre davanti agli allievi. L’unità di apprendimento è più ambiziosa – continua il professore Morello – in questo caso, io non mi limito all’obiettivo di far conoscere l’argomento ai miei alunni, ma voglio metterli in condizione di usare già da ora le conoscenze e le abilità per formare e rafforzare le competenze, quindi l’UdA è più complessa: è inevitabilmente interdisciplinare, prevede l’apprendimento in situazione, pone gli alunni in contesto, si basa su compiti di realtà e su obiettivi che riscontriamo in contesti reali e pratici. L’UdA, insomma, ha la finalità di promuovere lo sviluppo di competenze“.
Ma le commissioni cosa chiederanno in sede d’esame? Il professore Morello fa la sua congettura: “Dato lo scarso tempo a disposizione del candidato, non mi pare che si possa chiedere a un aspirante docente di impostare una UdA; piuttosto, immagino che si chiederà di impostare una lezione simulata facendo riferimento a un minimo di idea progettuale, più in termini di unità didattica, ammesso che le commissioni conoscano la differenza tra le due cose,” conclude amaramente.
Su questi argomenti il corso Metodologie didattiche attive e motivanti, in programma dal 5 luglio, a cura di Giovanni Morello.
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