Nella diretta di ieri, mercoledì 7 ottobre, è andato live su Facebook e sui nostri canali You tube lo speciale concorso straordinario, che potete rivedere questo link.
Nel corso della diretta, l’avvocato Dino Caudullo, specializzato in legislazione scolastica, ci ha spiegato cosa sarebbe opportuno fare nel caso in cui a ridosso della prova (quel giorno o nei giorni immediatamente precedenti), si mostrassero dei sintomi da Covid-19.
È già successo nel caso del TFA per il sostegno,ci spiega l’avvocato Dino Caudullo. Una docente, posta in quarantena fiduciaria dall’Asp per essere entrata in contatto con un caso positivo, non ha potuto partecipare alle prove né ad alcuna prova suppletiva, non prevista sulla carta.
Dunque, cosa fare?
Il consiglio dell’avvocato Caudullo, in un contesto simile, laddove si fosse impossibilitati a partecipare al concorso per forza maggiore, quindi per ragioni non dipendenti dalla volontà del candidato, come nel caso del Covid, è il seguente: inviare una comunicazione all’USR competente comunicando l’eventuale quarantena fiduciaria o comunque evidenziando la condizione di impossibilità oggettiva, per poi chiedere espressamente di essere ammessi ad una prova suppletiva. In presenza di una risposta negativa o di una mancanza di risposta da parte dell’USR, l’avvocato suggerisce di muoversi anche per via giudiziaria.
L’ipotesi della prova suppletiva non è ancora da escludere, dato l’andamento dei contagi. Il punto è che prevedibilmente i casi di candidati impossibilitati per forza maggiore saranno numerosi e il Ministero si troverà davanti alla necessità di trovare un’alternativa per il candidato, se vorrà evitare di essere sommerso dai ricorsi. In altre parole, sensibilizzare il Ministero attraverso gli USR affinché si adoperi per una prova suppletiva, sarebbe il passo corretto da compiere.
Qualora, infatti, il Ministero non si muovesse in questa direzione, metterebbe a rischio la salute di gran parte dei partecipanti alla prova, perché quello del concorso straordinario per molti rappresenta l’ultimo treno, con la conseguenza che i candidati saranno portati a sottovalutare certi piccoli sintomi e a presentarsi alla prova pur non essendo in ottimo stato di salute, per paura di non potere fare una prova suppletiva e perdere così l’occasione della vita.
In sintesi, ecco il consiglio dell’avvocato Caudullo: se a ridosso della prova si dovessero avere sintomi di Covid-19, formulare agli USR una formale segnalazione indicando l’impossibilità di svolgere la prova per forza maggiore e richiedendo, di conseguenza, espressamente, di essere ammessi a una prova suppletiva. Poi, eventualmente, agire per vie legali.
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